sabato 19 giugno 2010

Azienda agricola "Contrade di Taurasi"


Volendo racchiudere tutto il nostro incontro con Sandro Lonardo e la sua "Contrade di Taurasi" in una sola parola, direi schiettezza. Questa è l'immagine che ho delle persone che ho incontrato a Taurasi, semplici, affabili, sincere e soprattutto appunto...schiette!
Non siamo nell'austero Piemonte, ne nella verde Toscana, ma questo angolo di Campania che si trova in quel di Taurasi mi sembra ancora...felix. Sarà un giudizio di parte date le mie origini campane, sarà...però la prima impressione che ho entrando in Taurasi è quella che questo posto ha qualcosa di magico, un posto che trasuda vino in ogni angolo, con una grande tradizione vinicola.
Il progetto Contrade di Taurasi nasce nel 1998 su iniziativa di Sandro Lonardo, che insieme a sua moglie Enza decide, di utilizzare i terreni di proprietà per avviare la coltivazione della vite coniugando tradizione e tipicità, ma al tempo stesso ricorrendo alla sperimentazione e alla ricerca scientifica, sempre però sposando la filosofia che questi sono
strumenti attraverso i quali il vino può migliorare e raggiungere livelli di eccellenza nel rispetto della natura. In questo si avvale della preziosa collaborazione del prof. Giancarlo Moschetti, dell'Università di Palermo, un vero e proprio "pozzo di sapere", di grande simpatia e disponibilità. Interessanti i suoi studi sull'utilizzo dei lieviti indigeni allo scopo di "fissare" nel vino le caratteristiche del terroir.
L'azienda si estende su 5 ettari su terreni in parte argilloso-calcarei e in parte di formazione vulcanica (cinerici) ad un'altezza di 400/500 mt. Rese bassissime (50/60 q per ettaro) con età media delle viti dai 20 ai 70 anni, grande attenzione in vigna e basso impatto ambientale fanno il resto. L'aglianico è il protagonista incontrastato, nella triplice veste di Aglianico doc, Taurasi docg e Taurasi Riserva docg; una vera chicca è però il Grecomusc' (greco moscio), prodotto in poche migliaia di bottiglie, dall'omonimo vitigno autoctono
a bacca bianca su piede franco della zona di Taurasi (detto anche localmente Roviello) riscoperto da Sandro Lonardo e Giancarlo Moschetti, di cui l'azienda (che ne coltiva circa 500 piante) è l'unico produttore al mondo.
E passiamo agli assaggi, d'altronde...in vino veritas!!

Grecomusc' 2008
A dispetto del nome "greco moscio", che farebbe pensare ad un fratellastro del più famoso Greco ma con minore acidità, ci troviamo di fronte a un vino decisamente fresco, dalla sferzante acidità e interessante mineralità, con sentori erbacei e di pietra focaia. Scelta oculata del periodo vendemmiale, fermentazione in acciaio e successivo affinamento in bottiglia ne fanno un vino assolutamente meritevole di attenzione con una propria tipicità e connotazione gusto-olfattiva.

Grecomusc' 2007 Rispetto al 2008, è un vino molto più definito in quelle che sono le caratteristiche che lo contraddistinguono: potenti sentori di pietra focaia, idrocarburi, rosmarino e macchia mediterranea trovano perfetta corrispondenza anche in bocca, accompagnati dalla stessa rinfrescante acidità "quasi agrumata" e da un ottima mineralità di sottofondo.

Aglianico 2008 Colore rosso rubino, da uve aglianico in purezza, ha dei piacevoli e intensi sentori di frutta fresca "viva", prugna in primis, e lievi note floreali di violetta. Tannino "vellutato"; nel complesso vino gradevole e da pasto.
Fa 70% in acciaio e 30% in legno.

Taurasi 2007 Bevuto in anteprima, dal momento che uscirà sul mercato a marzo/aprile 2011, ha tutte le premesse per essere un grande millesimo: netti sentori di frutta a bacca rossa, tanta materia e struttura e una sottile trama speziata "pepata" che già comincia a intravedersi. Un vino che sembra già aver digerito il legno, con un tannino direi perfetto e l'alcol già integrato nella struttura. Con questi presupposti, sono curioso di riassaggiarlo tra un anno....

Taurasi Riserva 2005 Naso caratterizzato da un ventaglio aromatico ampio e aristocratico, mantiene le note fruttate fresche e si cominciano a sentire profumi terziari (pellame, tabacco, grafite). In bocca ha un ingresso morbido, con buona acidità e tannino "ruspante" ma non verde e ben integrato nel legno. Lunghissime macerazioni in legno e acciaio, fa 24 mesi di tonneau e un anno in acciaio, per poi affinarsi circa 30 mesi in bottiglia. Un Taurasi che denota una certa gioventù e di cui aspetterei di vedere l'evoluzione....

Taurasi 2003 Il vino non sembra risentire dell'infausta annata. Esprime già caratteristiche di un taurasi "evoluto": note di frutta matura che virano verso il confetturato, sprizzi balsamici, e un terziario ben presente (fondi di caffè, tabacco, pepe, sottobosco). In bocca è molto più pronto del 2005, con tannini ben definiti ed eleganti. Equilibrio perfetto tra legno, acidità, struttura e alcol. Lunghe macerazioni in acciaio (1 mese) anche per questo Taurasi "base"; seguono
18 mesi in tonneau, 6 mesi in acciaio, 12 mesi in bottiglia.

Taurasi 2001 Colore granato pieno. Intenso, pieno, avvolgente con note di prugna in confettura e viola appassita; ampio ventaglio di sentori terziari e balsamici. Tracce ferrose ed ematiche. Grande corrispondenza gusto-olfattiva, austero e aristocratico, quasi distaccato ma al tempo stesso sembra sapere bene il fatto suo. Tannino di ottima fattura, si vede la mano dell'aziende nell'uso leggero dei legni. Morbido ma non marmellatoso con una spina acida ancora ben presente. Ottima persistenza.



Nessun commento: