Oggi volevo provare a fare un resoconto di una interessante degustazione svoltasi ieri sera.
A fare gli onori di casa, nella sua enoteca Rosso 19 a Piverone, l'amico Camillo Favaro, noto produttore di erbaluce nonchè profondo conoscitore della Borgogna.
Il tema della serata erano i vini di Bolgheri, zona ormai affermata a livello internazionale, diventata come una seconda Bordeaux per l'utilizzo di vitigni internazionali come cabernet, merlot, syrah, ecc., del taglio bordolese e del sapiente elevage in legno, ma con lo stile italiano e sullo sfondo della splendida costa toscana, con i pioppi di carducciana memoria, il bellissimo golfo di Baratti e i resti etruschi di Populonia.
Vini dal gusto piacevole e internazionale, che magari non esprimono tipicità locali, tipo sangiovese & co., e per i quali è stato coniato anche il nome "Supertuscan".
La presenza qui di terreni sabbiosi e di origine alluvionale della maremma toscana sembrano essere la base per la "costruzione" di vini longevi, molto longevi.
Inoltre, la vicinanza alla costa rende poi il clima particolarmente mite e temperato con una buona ventilazione che favorisce la maturazione delle uve e sentori di macchia mediterranea e marini molto facili da ritrovare nei vini di questa zona.
Il sapiente uso della diversa maturazione vendemmiale del cabernet e del merlot come in ogni taglio bordolese che si rispetti fanno infine il resto.
Prima di fornire alcune notazioni sui vini degustati durante la serata, mi è doveroso fare una premessa: siamo comunque al cospetto di grandi vini, tutti realizzati con maestria e sapienza. Resta difficile quindi a volte non essere banali, e per cercare di non esserlo voglio provare a descrivere le sensazioni che questi vini mi hanno trasmesso...o almeno ci provo!
Sassicaia 2006 - Tenuta S. Guido
Su questo vino sono stati scritti fiumi di parole, è il vino che ha dato il LA alla Bolgheri vinicola...sinceramente quello che mi ha impressionato (e non al primo assaggio), è lo straordinario equilibrio tra le componenti olfattive e gustative, segno anche di un vino maturo nella sua evoluzione e la delicatezza nell'uso del legno. Nessuna componente prevarica sulle altre, ma tutte si esprimono in modo armonico. Signorile.
Paleo 2008 - Le Macchiole
Intenso e profondo, espressione "didattica" di un cabernet franc in purezza: potente, materico, gioca su note forti e appena tostate, con un vegetale accentuato. Non è il mio vino però ammetto che espressioni così originali di cabernet franc sono difficili da trovare.
Campo al Fico 2010 - I Luoghi
Nonostante la giovine età, forse tra i vini migliori della serata. Ottimo corredo olfattivo, speziato, balsamico, vegetale, con il cabernet sauvignon (80%) che caratterizza sapientemente il tutto in modo armonico. Tannini vellutati e setosi. Sembra avere già abbastanza digerito i 20 mesi di barrique.
Due Mani 2007 - Due Mani
Devo ammettere che ho trovato un pò difficile decifrare questo vino, anche se in sala è piaciuto molto. Era comunque l'unico della serata a essere prodotto fuori dai "classici" confini bolgheresi, un pò più a nord verso Pisa (Riparbella). L'ho trovato elegante, non eccessivo, molto diverso dall'altro Cabernet Franc in purezza della serata, sarà anche perchè un pò più avanti con l'evoluzione.
I Castagni 2005 - Michele Satta
Era indubbiamente il vino più "vecchio" della batteria non solo anagraficamente. L'ho trovato un pò spento nel colore, con una evidente terziarizzazione dei sentori e un pò piatto (almeno rispetto agli altri) al sorso.
Ornellaia 2010 - Tenute dell'Ornellaia
Last but not least....vino ancora in fasce. Ricco complesso olfattivo, balsamico, note di macchia mediterranea, resta un vino che gioca su toni piacioni e aggrazziati, un pò "merlottizzante". In bocca si sente che il legno non è ancora digerito, predomina una rinfrescante acidità. Da valutare in prospettiva...
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