venerdì 18 settembre 2009

Anche il Chianti Classico adotta la misura del "blocage"...

A quanto pare anche le aziende vinicole si adattano alla crisi economica di questo periodo....e forse questo può tornare a vantaggio di noi eno-consumatori. Il Consorzio del Chianti Classico ha adottato in via straordinaria quella che nella Champagne chiamano "blocage" o "reserve qualitative". In sostanza, si tratta di non commercializzare e tenere in cantina almeno il 20% del vino proveniente dalla vendemmia 2009. L'obiettivo è di mantenere i prezzi competitivi, ma se si considera che la vendemmia di quest'anno si prevede di buona qualità, la scelta di mantenere in cantina i vini consente di allungare l'affinamento in botte o in bottiglia degli stessi. Speriamo bene!!
Qui di seguito potete leggere il comunicato stampa integrale del Consorzio:

Il Consorzio del Chianti Classico è la prima denominazione italiana a scegliere una via alternativa all’abbassamento delle rese per contrastare la crisi. All’insegna dell’ottimismo, in attesa della ripresa economica, e per non rinunciare a parte dell’annata 2009, che, in linea con le ultime cinque vendemmie, si preannuncia di alta qualità, il Consiglio di Amministrazione ha scelto la via del “blocage”, ovvero di tenere in cantina il 20% del vino prodotto per mantenere competitivi i prezzi. Si tratta di una misura di stabilizzazione, prevista dall’articolo 67 del regolamento Ce n. 479/2008 (nuova Ocm vino), già adottata in passato da altre zone vitivinicole europee e in particolare dallo Champagne, che prevede la regolazione dell’offerta attraverso una riduzione temporanea del prodotto di annata da immettere sul mercato, in modo da non comprometterne le quotazioni.

Per il Chianti Classico, come per altre denominazioni, il calo della domanda si è riflesso anche sui prezzi delle contrattazioni del vino sfuso. Per fronteggiare questa situazione e limitare l’eccessivo abbassamento delle quotazioni di mercato del Chianti Classico sfuso, salvaguardando la redditività del prodotto, il Consorzio di tutela ha optato per una misura innovativa per il comparto vinicolo italiano. In attesa di una ripresa globale dell’economia e, di conseguenza, di prezzi di mercato più remunerativi, il cda del Consorzio ha infatti deciso di ridurre l’immissione di Chianti Classico sfuso sul mercato già a partire dalla prossima campagna vendemmiale.
La crisi finanziaria, unitamente al cambio euro/dollaro per noi particolarmente svantaggioso, ci ha imposto una riflessione su quali strumenti adottare per stabilizzare il mercato - spiega il Presidente del Consorzio, Marco Pallanti - a nostro vantaggio abbiamo le ultime cinque annate, dal 2004 al 2008, che hanno regalato al Chianti Classico delle vendemmie di ottima qualità e l’andamento climatico di quest’anno ci fa prevedere anche un 2009 in linea con le annate precedenti.
Proprio per questo motivo il cda del Consorzio del Vino Chianti Classico ha deciso di non optare per una riduzione delle rese, che prevede una perdita tout court di prodotto, ma ha voluto comunque intervenire in difesa del proprio mercato”. 
Lo strumento del blocco delle vendite riguarderà il 20% della produzione di Chianti Classico 2009 che non potrà essere commercializzata, e quindi dovrà rimanere presso il produttore per un periodo di 24 mesi a partire dalla data della delibera regionale. Il “blocage” sarà tuttavia uno strumento flessibile poiché il Consorzio, in quanto soggetto proponente, potrà in qualsiasi momento, anche prima della scadenza dei due anni, chiederne la cessazione totale e parziale.
“Questa misura comporta naturalmente uno sforzo economico da parte di tutti i produttori - conclude Pallanti - sforzo che potrebbe in alcuni casi risultare particolarmente oneroso se non venisse sostenuto dall’intervento del sistema bancario a copertura della mancata liquidità derivante dall’immobilizzazione del prodotto. Per questo motivo il Consorzio si è attivato per trovare presso i migliori istituti di credito operanti sul territorio vantaggiose forme di finanziamento al fine di sostenere i costi di stoccaggio di ciascuna azienda. A mio avviso questo rappresenta un buon esempio di come un positivo rapporto tra banche e imprese possa contribuire allo sviluppo della nostra economia, specialmente nei momenti più difficili”.
La Regione Toscana si è dichiarata disponibile a mettere a punto in tempi rapidissimi uno strumento legislativo per l’applicazione del provvedimento.

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