I vini campani hanno rappresentato nell’epoca classica, ad opinione comune di tutti gli storici, il meglio della produzione di tutto il mondo allora conosciuto. Nel corso del tempo, la Campania ha comunque saputo, come poche altre regioni d’Italia, operare nella direzione della tutela e valorizzazione della sua tradizione viticola, preservando a pieno il patrimonio varietale autoctono: si è potuta così mantenere in vita una produzione di vini inimitabili ed originali.
Il riconoscimento della DOCG ai tre vini irpini Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo rappresenta senza dubbio una riprova della validità di questa scelta di politica vitivinicola, certo difficile e impegnativa, ma che nel tempo si è dimostrata avveduta e lungimirante.
Il Fiano di Avellino DOCG è caratterizzato da una base ampelografica nitida e schietta: si ricava dalla antica varietà Fiano in purezza. Sebbene abbia trovato la sua piena valorizzazione in Irpinia, il Fiano rientra come vitigno principale, nella composizione ampelografica dei vini doc Cilento Bianco e Sannio Fiano. In tali zone il vitigno è presente in aree limitate, anche se è in forte espansione.
Ultimamente, ad un’analisi più critica che in passato, appare controversa l’etimologia del nome del vitigno: sembra infatti superato l’accostamento, molto accreditato in passato, tra il Fiano e le uve Apianae, quelle che Columella e Plinio descrivono nei loro trattati come predilette dalle api per la loro dolcezza. Tuttavia opinione comune è che la sua presenza nell’attuale zona di produzione risalga a epoche davvero remote: se le prime notizie sicure giunte a noi lo danno, sotto il Regno di Federico II di Svevia e quello di Carlo II d’Angiò, come l’uva da piantare per le vigne reali (dagli archivi dell’epoca risulta un ordine di ben 16.000 viti di tale varietà), allora la sua fama di grande vitigno doveva essere già ben consolidata in quel lontano XII secolo a cui appartengono quelle prime citazioni sicuramente riconducibili ad esso.
Qui la Vitis Apianae ha mosso i primi tralci, ha allungato i suoi primi pampini tra il sole e la terra della provincia di Avellino. Un percorso, quello sulle tracce del Fiano, che si snoda tra importanti parchi naturali e luoghi disegnati dalla natura unici e suggestivi, come il Vallone Matrunolo e l’Alta Valle del fiume Sabato. La sua culla si ritiene essere stata Lapìo (l’antica Apia, da cui forse la definizione Apianum), piccolo comune poggiato sulle sinuose colline dell’Irpinia a 600 metri sul livello del mare, da dove il Fiano si sarebbe esteso nel corso degli anni all’attuale zona di produzione prevista dal disciplinare (26 comuni) che orbita intorno al capoluogo della provincia, Avellino. E la capillare colonizzazione del pur ristretto territorio, avvenuta ad opera della varietà nel corso dei secoli, non può oggi che rassicurarci, se ancora ne sentissimo il bisogno, sulla sua forte connessione con la zona di produzione: segno inequivocabile, certamente, di adattamento antico alla geografia dei luoghi, ma soprattutto del fatto che viticoltori di antica sapienza lo ritennero vitigno superiore ed insostituibile nel corso di millenni di storia, quando il principale motore della empirica selezione genetica praticata dall’uomo era la ricerca della qualità organolettica senza compromesso alcuno.
Il legame di questo vitigno con il territorio è quindi indiscusso; superato il difficile periodo degli anni ‘60 e ‘70, in cui si è rischiato di perdere per sempre il patrimonio viticolo tramandatoci dagli antichi, una caparbia azione di recupero ha riportato il Fiano tra i vitigni più coltivati nella provincia di Avellino. Oggi infatti, la produzione del vino così come la superficie iscritta all’Albo ufficiale dei vigneti sono in costante crescita: circa 300 aziende con oltre 300 ettari, contro i soli 47 ettari del 1990, pongono il Fiano di Avellino ai primi posti per quantità prodotte tra i V.Q.P.R.D. campani.
Il vitigno sembra esprimersi al meglio con i sistemi di potatura lunga o mista come il Guyot, che viene adottato per i nuovi impianti; tuttavia negli impianti più datati sono ancora presenti sistemi di allevamento tradizionali, e a volte anche vigneti promiscui. Presenta inoltre una buona fertilità delle gemme ed ha una produzione non eccessiva per il leggero peso del grappolo: in genere si oscilla tra i 60 e gli 80 quintali per ettaro. L’acino ha buona resistenza alle muffe grazie alla buccia spessa, il che favorisce anche una vendemmia più tardiva effettuata tra la seconda e la terza decade di ottobre.
Per la Docg Fiano è consentita l’aggiunta non superiore al 15 % di altri vitigni a bacca bianca come il greco, la coda di volpe e il trebbiano toscano. Soprattutto questi ultimi due venivano regolarmente utilizzati dai contadini per abbassare l’acidità eccessivamente alta sia nel Fiano che nel Greco di Tufo; problema risolto anche ritardandone semplicemente il consumo, che per questo motivo avveniva tradizionalmente a due anni circa dalla vendemmia. Ancora oggi alcune piccole aziende preferiscono ritardare l’uscita e imbottigliare dopo almeno 12-18 mesi dalla raccolta.
Proprio il clima poco meridionale dell’Irpinia spiega il carattere del Fiano: gli inverni sono molto rigidi, durante l’estate c’è sempre una buona escursione termica, il caldo non è mai soffocante. Il vitigno si è così ben acclimatato in queste zone esprimendo nel bicchiere tutte quelle singolarità pedoclimatiche che rendono grande un vino e il suo territorio. Basti pensare alla valle del Sabato (Atripalda, Cesinali, Contrada, Manocalzati, ecc) dove terreni di medio impasto, tendenzialmente sciolti e con importanti componenti sabbiose danno vini di media struttura e acidità medio-bassa con esaltazione delle componenti fruttate e del classico sentore di nocciola; oppure la zona di Lapìo, dove estati calde e ventilate, con fortissime escursioni termiche, producono vini con una maggiore acidità e con note che sembrano ricordare i vitigni semi-aromatici dell’area alpina: erba appena tagliata, sambuco, anice e agrumi; ancora, la collina di Montefredane, unico vero cru del Fiano, dai suoli dalla forte componente argillosa arricchita da scisti e ciottoli, con vini di grande struttura e acidità caratterizzati olfattivamente da note minerali evidentissime; infine l’area di Summonte, dai terreni più calcarei che argillosi con vini tra i più concentrati ed alcolici della denominazione, e dalle evidenti note agrumate.
La capacità del Fiano di entrare in perfetta sintonia col territorio che esso abita è leggibile anche nell’epoca di germogliamento medio-tardiva (fine settembre/inizio ottobre) che lo pone al riparo dai ritorni di gelo che ritardano il risveglio del sole dopo il duro inverno irpino. Le escursioni termiche caratteristiche di questi luoghi permettono al vino di esprimere quella ricchezza di bouquet che lo rende un rappresentante importante dei grandi bianchi italiani. Tra gli aromi primari, quelli cioè tipici del vitigno d’origine, spicca inconfondibile il sentore di nocciole tostate, preservato nel faticoso cammino dall’acino al calice dalla grande cura nel raccogliere e vinificare solo le uve sane, ed esaltato dalla vinificazione in acciaio che illuminati imprenditori della zona hanno saputo far propria, pur nel rispetto di una tradizione millenaria. La ricca dotazione di terpeni dona al Fiano una lunga lista dei componenti floreali, che trasferiscono al vino una spiccata originalità varietale. Completano un quadro aromatico eccezionalmente ricco gli aromi di mela, banana, tiglio, rosa, menta, mandorla e miele. E grazie alla grande attitudine all’invecchiamento, il Fiano di Avellino si esprime “inventandosi”, dopo un giusto affinamento in legno, ammiccanti note di acacia, ginestra, pera. Tutto ciò ne fa una delle migliori scelte per accompagnare i piatti di pesce, soprattutto nel difficile compito di armonizzarsi con piatti impegnativi come quelli a base di crostacei e, rarissimo tra i vini italiani, si potrebbe osare perfino con le ostriche.
Risultati interessanti sono venuti negli ultimi anni dall’appassimento dell’uva o dalla raccolta in surmaturazione: si tratta di una grande novità in una regione dove il passito non ha mai avuto alcuna tradizione. Il Fiano è molto versatile a tavola e forse è proprio questa è la chiave del suo successo.
Rispetto all’annata 2006 che pur avendo avuto un andamento climatico altalenante (caldo misto a piogge intense) ha tuttavia consentito una corretta maturazione delle uve, la vendemmia 2007 è stata caratterizzata da una maggiore scarsità in termini di prodotto: infatti a causa delle condizioni atmosferiche sfavorevoli (caldo eccessivo) si è avuto una flessione produttiva del 10-15%, con acini inferiori alla media, polpa concentrata e, di conseguenza, gradazioni zuccherine più elevate. Paradossalmente, ciò ha dato equilibrio ai vini di queste zone, garantendo rispetto ad altri anni un frutto più pieno ed evoluto e una maggiore piacevolezza, in grado di sostenere le alte acidità che sempre penalizzano Fiano e Greco soprattutto nei primi mesi di vita. Di conseguenza, quasi tutte le etichette degustate hanno dimostrato un buon livello qualitativo attestandosi su livelli medio-alti a testimonianza della crescita di questo territorio e dei produttori che ne fanno parte.
Le mie degustazioni
1) Colle di San Domenico
Fiano di Avellino 2007 (81/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 12,5%
Da questa buona azienda fondata ormai una decina di anni fa alle porte di Montemarano, un Fiano dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso esprime aromi intensi e gradevoli che si aprono con note di mela e ananas seguite da leggeri spunti floreali di biancospino e ginestra. In bocca è secco, sapido, delicatamente caldo, di buona struttura. Buona corrispondenza gusto-olfattiva. Affina alcuni mesi in acciaio e in bottiglia.
2) Colli di Lapio
Fiano di Avellino 2007 (87/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
Nell’incantevole cornice della collina di Arianiello che domina la valle del Calore, prodotto dalla passione della famiglia Romano, troviamo una delle espressioni più autentiche di questo vino: giallo paglierino con riflessi verdolini, naso fine ed elegante, di buona complessità, con suadenti note fruttate di mela, melone bianco, agrumi raccordati da una grande mineralità. In bocca ti accoglie con piacevolissima freschezza, ma è il ritorno minerale in via retronasale a sublimarne originalità e piacevolezza, con una corrispondenza semplicemente perfetta con l'olfattivo. Il consistente nerbo acido e la buona morbidezza complessiva ne fanno un vino di eccellente equilibrio. Matura in acciaio sui lieviti per 4/6 mesi, e affina in bottiglia altri 6 mesi.
3) Benito Ferrara
Fiano di Avelllino 2007 (83/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
La famiglia Ferrara produce vino dal 1880. Otto ettari di vigne, tra i 450 e i 600 metri, su terreni strabordanti di mineralità, elemento caratterizzante i vini aziendali. Questo Fiano, dal colore giallo paglierino luminoso tendente al dorato, esprime profumi ampi ed eleganti dai sentori di nocciola tostata, ananas e rosmarino, con evidenti note fumè e minerali. In bocca è asciutto e vellutato con una delicata freschezza; lievemente ammandorlato nel finale. Matura 8 mesi in acciaio.
4) Antonio Caggiano
Fiano di Avellino Bechar 2007 (86/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
Antonio Caggiano è uno dei più importanti riferimenti della viticoltura irpina, in particolare per quanto ha saputo fare per l’affermazione del Taurasi. Il Bechar, “vento del deserto”, si presenta alla vista con un colore giallo paglierino; al naso si apre in un aroma complesso di fiori di zagara, frutta secca (mandorla e pistacchi) e spezie. In bocca è secco, fresco e di buona morbidezza, il tutto condito da un’ottima mineralità. Fermentazione in barrique per 6 mesi.
5) D’Antiche Terre
Fiano di Avellino 2007 (82/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 12%
Da una realtà consolidata dell’enologia irpina, presente in buone quantità in tutte le denominazioni, con 31 ettari di vigne di proprietà impiantati per la maggior parte più di 15 anni fa, un Fiano dal colore paglierino e dai profumi delicati, che si attestano su toni agrumati e piacevoli sentori di mandorla fresca e nocciola. Buona acidità e mineralità, con finale asciutto con leggere note floreali ed erbacee. Sosta quattro mesi in acciaio.
6) Struzziero Giovanni
Vigna Pezze Fiano di Avellino 2007 (84/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
I vini di Mario Struzziero, giovane viticoltore a Venticano di terza generazione, sono come i bei film in bianco e nero di una volta: non tradiscono le aspettative degli appassionati. Nel comune di Lapio, cuore della zona di produzione del Fiano, si trova la tenuta di Vigna Pezze da cui proviene questo grande bianco, dal colore giallo paglierino intenso, e un naso fine, persistente con sentori caratteristici di nocciole, albicocche e delicati rimandi floreali. In bocca mostra tutto il suo carattere: fresco, morbido e persistente, di buona struttura, con finale pieno e aromatico. Acciaio.
7) I Favati
Pietramara Fiano di Avellino 2007 (86/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
Azienda giovanissima, che è partita dal solo Fiano con cui ha subito raggiunto ottimi traguardi per poi allargare la produzione agli altri vitigni irpini. Il Pietramara 2007 rappresenta una conferma in tal senso: di colore giallo paglierino cristallino, con profumi ricchi di fiori bianchi e gialli, frutti tropicali intensi e concentrati. All’assaggio esprime una netta freschezza gustativa e una mineralità tipica del vitigno. Macerazione a contatto con le bucce per 12-24 ore, almeno 3 mesi sui lieviti.
8) Di Meo
Colle dei Cerri Fiano di Avellino 2007 (86/100)
Bianco Doc - Fiano 100% - 13,5%
Quella dei fratelli Di Meo è una cantina con oltre venti vendemmie alle spalle e una produzione che spazia su tutte le denominazioni irpine. Il Fiano Colle dei Cerri è prodotto da una vigna a 550 metri di quota, piantata 10 anni fa e faticosamente imbrigliata a resa di 40 quintali/ettaro. E’ un vino dal colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso esprime gran carattere con sentori di frutta matura (mela e nespola) e nocciola tostata. All’assaggio è caldo, sapido e di buona struttura. Grande potenziale evolutivo. Fermentazione in barrique di Allier per 8 mesi.
9) Terredora
Terre di Dora Fiano di Avellino 2007 (87/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
Dalle migliori vigne di Montefusco, in località Montefalcione e Lapio, un grande esemplare di Fiano, dal colore giallo paglierino intenso, con eleganti e complessi profumi di frutti maturi e fiori, tra i quali sentori di pera, albicocca, agrumi, nocciola tostata, biancospino e acacia, ma anche con eleganti note fumè. Sorso di grande persistenza aromatica e buona mineralità, corpo pieno, morbido ed equilibrato. Può evolvere positivamente negli anni. Affinamento sur lies per alcuni mesi.
10) Feudi di San Gregorio
Pietracalda Fiano di Avellino 2007 (84/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
Dalle vigne di Pietracalda in Sorbo Serpico viene il cru di Fiano dell’azienda Feudi San Gregorio. Si presenta con un colore giallo paglierino cristallino con note verde acqua. Il profumo offre uno spettro di riconoscimenti che va dalle sensazioni mediterranee di fiori freschi di camomilla e di frutta appena colta a quelle di miele d'acacia. Al palato presenta note minerali e freschezza che bilanciano le tipiche note varietali di morbidezza del vitigno. Decisamente alcolico e strutturato con una buona persistenza aromatica evidente in sensazioni di pera matura e piccoli fiori di campo. Matura 6 mesi in acciaio con permanenza sui lieviti.
11) Vadiaperti
Fiano di Avellino 2007 (84/100)
Bianco Docg – Fiano 100% - 13,5%
In questo lembo d’Irpinia tutt’attorno a Montefredane, Raffaele Troisi ha prodotto questo Fiano di straordinaria personalità, dorato con riflessi verdolini, di notevole intensità olfattiva con note di mandarino, mela e margherita. Caldo, sapido e fresco in bocca, con una lunga persistenza su toni vegetali e di frutta bianca. Matura 4 mesi in acciaio.
12) Macchialupa
Fiano di Avellino 2007 (83/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
Nel comprensorio di San Pietro Irpino, Chianche e Cianchetelle, che da solo vale il viaggio, si produce questo Fiano, giallo paglierino luminoso, che al naso sfoggia una finezza e intensità di profumi con note di pesca bianca, frutta esotica, ginestra e fieno. Sorso caldo, morbido, di buon corpo, con adeguata freschezza e finale sapido e persistente, con piacevoli ritorni aromatici di frutta e mandorla. Affina 4 mesi in acciaio, di cui uno sui propri lieviti.
13) Fratelli Urciuolo
Faliesi Fiano di Avellino 2007 (85/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 14%
Nasce da una vigna nella valle del Sabato a circa 350 mt. di altezza da sempre di proprietà della famiglia Urciuolo su suolo argilloso e cretoso questo Fiano dal gran carattere e dai profumi molto intensi, su un registro prevalentemente floreale, con riverberi erbacei e quasi marini. I 14° di alcol si fanno sentire anche al naso, e ne penalizzano appena l’eleganza. Al palato è morbido e pieno: molto saporito, prosegue con una marcata mineralità e chiude sulla classica nota ammandorlata molto persistente. Macerazione sulle bucce per circa 24/48 ore. Affinamento sur lies per circa 5-6 mesi.
14) Marianna
Fiano di Avellino 2007 (81/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 12,5%
Da questa dinamica azienda irpina, una piacevolissima interpretazione di Fiano di Avellino, tradizionale e tipica, con un vino dal colore giallo paglierino con riflessi brillanti, profumi di frutta esotica, fiori e persistenti note minerali che riflettono il terroir. Al palato è secco e armonico con sapori di nocciola tostata e una rilevante sapidità con buona corrispondenza con l’olfattiva. Nel finale si colgono sentori di agrumi e note di frutta gialla. Sosta in acciaio per 4 mesi.
15) Villa Raiano
Ripa Alta Fiano di Avellino 2006 (87/100)
Bianco Docg - Fiano 100%, - 13%
Quella dei fratelli Basso è una delle realtà di punta della viticoltura avellinese che, sotto la guida enologica di Luigi Moio, propone sempre vini dalla spiccata personalità. Non fa eccezione questo Fiano, dal naso di piacevole complessità che si attesta su toni floreali tipici del fiano e sfumature di mandorla, nocciola tostata e frutta secca, il tutto ricamato da una buona mineralità. Caldo e di buona acidità. Matura per circa 8 mesi in barrique di rovere francese, poi 6 in bottiglia.
16) Mastroberardino
Radici Fiano di Avellino 2007 (89/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
La capacità di fare vini di territorio, peraltro in quantità consistenti, è uno dei principali meriti di Piero Mastroberardino. Si conferma con questa ottima interpretazione di Fiano, dal colore giallo paglierino, che sprigiona all’olfatto una moltitudine di aromi: pera, ananas, acacia, nocciola tostata, miele. Eccellente acidità e morbidezza, con iniziali sentori di pesca bianca e pompelmo che lasciano spazio a note di nocciola e una bella sensazione minerale. In acciaio. Affina in bottiglia 3/4 mesi.
17) Quintodecimo
Exultet Fiano di Avellino 2006 (86/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
L’azienda Quintodecimo nasce pochi anni fa da un progetto che coinvolge in prima persona Luigi Moio, enologo di altissimo livello e tra i più profondi conoscitori del terroir campano. Tra i vini prodotti il Fiano Exultet, di un bel colore giallo paglierino cristallino, anche se conserva una veste ancora "verde". Al naso è molto piacevole, dapprima erbaceo, poi maturo nelle sue sfumature di frutta esotica e agrumi con un netto e finissimo sentore di nocciola. Vengono fuori all’aumentare della temperatura anche note minerali. In bocca è fresco, abbastanza intenso e persistente, richiama una certa polposità del frutto. Nel complesso è un vino abbastanza equilibrato ed armonico. Buona capacità di invecchiamento. Matura 10 mesi parte in acciaio e parte in barrique, poi 8 mesi in bottiglia.
18) Torricino
Fiano di Avellino 2007 (83/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
L’azienda muove i primi passi all’inizio degli anni ’70, quando la famiglia Di Marzo diede avvio a una radicale revisione nella gestione delle vigne, oggi sviluppate su otto poderi nelle zone vinicole più vocate del comune di Tufo. Ed è proprio qui che si produce questo buon Fiano, dal colore giallo paglierino luminoso quasi dorato e dagli splendidi richiami varietali di mandorla amara, pesca bianca, ananas, agrumi e note erbacee. In bocca è freschissimo, con buona acidità e ottima mineralità. Matura 5 mesi in acciaio, sur lie.
19) Villa Diamante
Vigna della Congregazione Fiano di Avellino 2006 (91/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
L`azienda Villa Diamante nasce con lo scopo di produrre vini di qualità ottenuti da uve, coltivate con il metodo biologico, esclusivamente di provenienza aziendale. I suoi prodotti si discostano decisamente dagli altri per personalità, struttura e longevità. Anche il cru di Fiano non fa eccezione: di colore giallo paglierino, al naso è accattivante aprendosi con sentori minerali e di pietra focaia, subito seguiti da note fruttate di agrumi, delicate note di gelsomino, sentori di erbe aromatiche e miele. In bocca si conferma freschissimo e sapido. La "grassa" presenza in bocca è bilanciata benissimo da una sapidità che rimane a lungo dopo la deglutizione. Lunga persistenza con ritorni di note di fieno, ginestra e note tostate. Maturazione di oltre 6 mesi in botti di acciaio inox.
20) Marsella Guido
Fiano di Avellino 2006 (88/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 14%
Guido Marsella si può definire senza ombra di dubbio un “artigiano” del Fiano: non perché non usi tecnologia in cantina, ma per il suo modo di intendere ed approcciarsi al vino che si può ritenere profondamente tradizionale. Prodotto da vigne di 15/20 anni di età, con rese bassissime, il suo Fiano si presenta giallo paglierino con note verdoline e riflessi luminosi. Al naso si apre subito con sentori di mandorla, nocciola tostata, pompelmo, cedro, erbe aromatiche e note minerali. In bocca il primo impatto è quasi morbido e dolce, poi la vena di freschezza inizia il suo lavoro e si annoda ad una mineralità mai eccessiva. Matura in acciaio.
21) Picariello Ciro
Fiano di Avellino 2006 (87/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
L’azienda si estende su una superficie di 7 ettari di cui 5 coltivati a Fiano e gli altri due a bacca rossa, su terreni prevalentemente argillosi. Questo splendido esemplare di Fiano “di territorio” ottenuto da uve coltivate alle pendici del parco del Partenio, si presenta color giallo paglierino intenso; di ottima persistenza olfattiva grazie al lungo affinamento sulle fecce, con eleganti sentori di mela verde, agrumi, banana e ananas, note erbacee e tostate, e tanta tanta mineralità. In bocca è pieno, abbastanza morbido, fresco e di grande struttura. Finale lunghissimo con sensazioni amarognole e tostate. Matura per circa un anno in vasca di acciaio prima dell’imbottigliamento.
Fiano di Avellino 2007 (87/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13%
Proveniente da una famiglia di imprenditori agricoli, dal 1995 Pasqualino Di Prisco è costantemente alla ricerca di terreni vocati alla viticoltura, dove grazie alle basse rese, alla maniacale dedizione e al rispetto della tradizione, riesce ad ottenere vini che rappresentano in pieno la sua terra, l’Irpinia. Ne è un esempio questo Fiano ottenuto da uve coltivate nel comune di Lapio, che si presenta di un bel giallo paglierino, con profumi intensi che si aprono con una nota minerale quasi sulfurea tipica del terroir per poi proseguire con sensazioni di pesca gialla, frutta esotica e delicate note erbacee. Sorso pieno e caldo ma non eccessivo, che lascia spazio alla sapidità e alla freschezza di questo vino, in un’interpretazione del Fiano classica e non commerciale. Di buona struttura. Tipico retrogusto varietale di nocciola tostata. Matura in acciaio per 6/12 mesi
23) Tenuta Ponte
Fiano di Avellino 2007 (85/100)
Bianco Docg - Fiano 100% - 13,5%
L’azienda si estende su una superficie di 35 ettari su terreni prevalentemente argilloso-calcarei nei comuni di Luogosano, Fontanarosa, Sant’Angelo all’Esca e Taurasi. I vigneti sono gestiti con allevamento a tennecchia, tecnica tradizionale della zona e cordone speronato. Il Fiano prodotto da questa azienda si presenta di un colore giallo paglierino intenso; buona la presenza olfattiva con eleganti sentori di frutta esotica, note erbacee e minerali. In bocca è caldo e di buona struttura, con prevalenti sensazioni di freschezza e mineralità. Finale con sensazioni caratteristiche di mandorla e nocciola tostata. Matura in acciaio.
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