mercoledì 22 maggio 2013

Un viaggio nella terra del Ruchè


In occasione della "Festa del Ruchè" organizzata sabato 11 e domenica 12 maggio da GoWine a Castagnole Monferrato nella settecentesca Tenuta La Mercantile, si è svolta una degustazione alla cieca di alcune etichette di Ruchè messe gentilmente a disposizione dai produttori locali. In particolare è stata assaggiata sia l'annata 2012 che quella 2011, il che ci ha permesso di trarre alcune considerazioni sulla maturazione ed evoluzione nel tempo di questo vitigno. 
Il ruchè è un vitigno semi aromatico dalle gradevoli note varietali speziate, di frutti di bosco e marasca, dal  colore scarico dovuto a un basso corredo antocianico (che lo accomuna al nebbiolo). Precoce, si vendemmia a fine agosto/inizio settembre. Vitigno ancora di nicchia e non conosciuto ai più, data anche l'esiguità dell'offerta: 120 ettari vitati e 500.000 bottiglie prodotte (dati vendemmia 2011). L'obiettivo dei produttori però è quello di triplicare questi numeri anche per permettere una maggiore conoscenza del vino al di fuori del Piemonte.
Terra di elezione è il territorio del comune di Castagnole Monferrato, dove trova terreni più calcarei verso i confini settentrionali del comune e più sabbiosi nella parte meridionale.
Il ruchè genera vini dall'importante tenore alcolico e dalla notevole carica glicerica, con una gradevole morbidezza che non toglie spazio in taluni casi a tannini importanti. Vino che non ha una longevità straordinaria, si conserva bene generalmente per 3-4 anni, peccando in generale (fatte sempre le dovute eccezioni) di una certa acidità, di solito garanzia di invecchiamento nei grandi rossi.

Le annate in degustazione sono il 2011 e il 2012: si tratta di annate calde, ragion per cui essendo il ruchè un vitigno semi-aromatico, risulta più difficile far si che il corredo aromatico tipico del vitigno si fissi nel vino.
I vini presenti in degustazione hanno comunque evidenziato due stili opposti: alcuni produttori privilegiano vini strutturati e più tannici con una minore intensità olfattiva; altri invece, danno vita a vini più sottili, ma in cui si riscontrano più nettamente note speziate e varietali. Resta ancora un pò di fatica per i produttori locali a imprimere connotazioni distintive e tipiche per i propri vini.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2012

Garrone Stile “sottile” che privilegia l’esaltazione dei profumi floreali, speziati e di frutti a bacca rossa;
- Gatto (Vigna Caresana) Decisamente dotato di maggior corpo e struttura rispetto al precedente, rappresenta un altro stile con una dote alcolico-glicerica che “ammorbidisce” il vino;
- Goggiano (Fiurin) Prevale il naso, soprattutto con note di frutta matura (amarena e marasca) e in misura minore speziate (pepe);
- Massimo Marengo Buon equilibrio tra intensità aromatica (fruttato) e tannino, il tutto condito con la solita maestosa morbidezza glicerica;
- Ferraris (I Firmati) Struttura importante, con morbidezza che prevale sulla freschezza gustativa.  Marmellatoso e carnoso in bocca con tannini avvolgenti.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2011

Poncini Domenico Sottile nella struttura (dovuta a una fermentazione non svolta completamente), attacco “morbido e glicerico”, tannini amarognoli nel finale; 
 - Dezzani (Montiò) Naso un pò chiuso al primo impatto, si apre con il tempo per evidenziare una delicata trama speziata. Sorso delicato ed esile, privilegia la freschezza alla materia;
Il Vino dei Padri Buon compromesso tra vivacità olfattiva e consistenza in bocca;
- Tenuta Montemagno Ottima intensità olfattiva che gioca su note speziate pungenti, pepate e vegetali (foglia di pomodoro), tannino ben fatto e buona freschezza;
- Massimo Marengo Potenziale evolutivo, mostra i muscoli, ma resta anche adeguatamente affilato e tagliente. Naso che esprime tutto il corredo varietale del vitigno. 



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