martedì 11 dicembre 2012

Concorso letterario nazionale Go Wine "Bere il territorio"


Torna Bere il territorio, il concorso letterario nazionale di Go Wine. E’ la dodicesima edizione ed il Bando viene promosso come sempre in occasione del periodo invernale.
Un’iniziativa culturale che si rinnova di anno in anno e che è rimasta sostanzialmente fedele all’idea che l’ha originata. Da alcune edizioni la partecipazione non è limitata solo ai più giovani: sono previste infatti due categorie all’interno della sezione generale ed una è estesa anche agli “over 30”.  Quindi l’invito a scrivere non prevede limiti di età e conduce ad una sorta di ideale confronto tra generazioni, unite dal piacere di scrivere e di raccontare il rapporto con il vino e con il mondo che lo circonda, con un particolare riferimento al tessuto sociale ed all’ambiente nel quale il vino viene prodotto.

L’attualità di Bere il territorio è strettamente legata alla principale finalità che l’associazione persegue: contribuire in modo concreto a far crescere la cultura del consumo dei vini di qualità, mirando ad un consumatore sempre più consapevole sia nelle scelte, sia nell’attribuire il giusto valore e significato ad una bottiglia di vino.  Il titolo del Concorso - “Bere il Territorio” - è a suo modo una provocazione: “Bere il Territorio” per attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità, e apprezzare, attraverso il calice, la cultura e l’ambiente in cui quel vino si afferma. “Bere il Territorio” per rafforzare un concetto che è alla base dell’associazione Go Wine e della sua attività.
Storia, tradizioni, paesaggio e vicende culturali: sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi bevanda. “Bere il territorio” esprime un modo di guardare al consumo con un rinnovato gusto e con una maggiore consapevolezza che va trasmessa alle giovani generazioni.    

Oltre alla sezione generale, sono previste due sezioni speciali : la prima dedicata agli istituti agrari italiani: il Bando prevede un tema specifico da svolgere, anche al fine di stimolare una partecipazione più attenta degli studenti. Nell’altra sezione studenti degli Istituti di Istruzione Secondari della Provincia di Cuneo sono chiamati a redigere un elaborato sul tema: “Il territorio: un valore o uno slogan?

I testi dovranno pervenire entro il 15 febbraio 2013 presso la sede nazionale di Go Wine in Alba; la cerimonia di premiazione  è prevista sabato 16 marzo 2013.

I premi: 800 euro ciascuno per i due vincitori della sezione generale; 500 euro per il premio speciale riservato agli Istituti Agrari;

La GiuriaGiorgio Barberi Squarotti (Università di Torino), Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Bruno Quaranta (La Stampa-Tuttolibri), Massimo Corrado (Associazione Go Wine), Salvo Foti (Enologo).

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende vinicole italiane composto da:
Aglianica Associazione Culturale Rionero in Vùlture (Pz); Antica Distilleria Sibona Piobesi d’Alba (Cn); Cantine del Barone Cesinali (Av); Cantine dell’Angelo Tufo (Av); Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave Soave (Vr); Emo  Capodilista La Montecchia Selvazzano Dentro (Pd); Fattoria Santo Stefano Greve in Chianti (Fi); Gostolai di Arcadu Giov. Antonio -Oliena (Nu); Montalbera Terra del Ruche’ Castagnole Monferrato (At); Planeta Menfi (Ag); Podere Il Carnasciale Montopoli Valdarno (Ar); Vietti  Castiglione Falletto (Cn); Ciccio Zaccagnini Bolognano (Pe)

Per informazioni:
Associazione Go Wine
tel. 0173 364631 

giovedì 6 dicembre 2012

Una breve cronaca da Sparkle 2013 Roma

La presentazione della guida Sparkle Bere Spumante 2013 si è trasformata in un’occasione imperdibile per gli appassionati della Capitale che hanno avuto l’opportunità di ritrovare, tutti insieme, i più bei nomi del mondo spumantistico nazionale. Più di 4.000 persone hanno affollato, sabato 1 dicembre, le sale dell’Hotel Excelsior di via Veneto per degustare le oltre 250 etichette delle 70 cantine partecipanti in rappresentanza di 13 regioni italiane.
Una guida che, in questa edizione, presenta ben 924 vini; con la Lombardia sul gradino più alto del podio (335 etichette delle quali ben 268 "Made in Franciacorta") seguita a ruota dal Veneto (329 etichette, con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a farla da padrone con 258 vini).
Un successo nel successo è stato poi quello ottenuto dal Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DOP che, in collaborazione con il Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, ha allestito uno splendido corner che è diventato meta dei gourmet capitolini.
Aldilà delle connotazioni modaiole che hanno assunto le bollicine negli ultimi anni, gli assaggi della serata hanno mostrato molte conferme e qualche (almeno per me) novità, anche se alcune realtà sono in un tono minore per il millesimo presentato.
Tra i Franciacorta, ho trovato splendide conferme in Uberti sia per quanto riguarda il Comarì del Salem 2007 (chardonnay e pinot nero), quest'anno a livelli straordinari, sia per il Sublimis 2006 (chardonnay). Un pò sotto tono rispetto agli altissimi livelli a cui ci ha da sempre abituati il Ca' del Bosco Annamaria Clementi 2004, poco profondo soprattutto alla gustativa, mentre non si può dire lo stesso dell'altro nobile franciacortino, e cioè il Monte Rossa Cabochon 2008, che si dimostra elegante ed equilibrato. Ottimo anche il Brut Blanc de Blancs 2008 de Le Marchesine, preciso e grintoso.
Passando al versante piemontese, c'è un vino che mi emoziona ogni volta che lo assaggio: si tratta della Riserva d'Antan de La Scolca, sia nella versione Brut che Rosè. Sono d'accordo con la descrizione che ne viene data in guida: affascinante, seducente e coinvolgente. 
In Trentino-Alto Adige, altro caposaldo spumantistico nazionale, ottime prestazioni di Letrari (soprattutto la Riserva Brut 2007), Maso Martis (quest'anno Rosè Brut da paura), solite conferme da Abate Nero Domini 2008 e Riserva Altemasi Graal 2005; la vera sorpresa è stata Haderburg, cantina altoatesina, con il Pas Dosè 2008 ma soprattutto con uno stratosferico Riserva Hausmannhof Brut 2003 (si avete capito bene!!), di una complessità olfattiva, grassezza e sontuosità a dir poco straordinarie.
Infine, la docg Conegliano Valdobbiadene (cioè per i non addetti ai lavori il meglio conosciuto Prosecco), dove c'è sicuramente da segnalare la volontà da parte di molti produttori di intraprendere un deciso percorso qualitativo del prodotto. Importanti interpreti di questo percorso sono i vari Bortolomiol, La Tordera, Val d'Oca, Andreola, Bisol, Le Colture, Villa Sandi. Vere sorprese per me sono state però realtà che non conoscevo come BiancaVigna e Valdellovo (ottimo l'ExtraDry).
Fuori concorso....Costaripa Brut, raffinato e gentile con deliziosi sentori floreali.

mercoledì 5 dicembre 2012

Marsiliano 2007 - La Sibilla

Siamo in terre che hanno storia millenaria ed evocano leggende come quella della Sibilla cumana, antica sacerdotessa dell'oracolo di Apollo, la quale nei pressi del lago d'Averno, nella città magnogreca di Cuma, prediceva il futuro "ispirata" dalla divinità.
E' proprio qui che la famiglia Di Meo cerca di coltivare a vite la "terra della Sibilla" con lo spirito di chi, con la propria presenza vuole migliorarla e mai abusarne. Azienda a conduzione familiare, mi colpisce subito per la straordinaria ma "verace" ospitalità di Luigi e Vincenzo, vecchia e nuova generazione, entrambi intensamente coinvolti negli affari di famiglia.
Salendo su per le vigne dei piccoli terrazzamenti, fino in cima alla collina, tra splendidi pergolati e inaspettati reperti archeologici di epoca romana, rimani senza fiato ad ammirare il panorama che ti si pone davanti, che spazia dalla città romana sommersa di Baia al promontorio del Monte di Procida.
Le vigne sono molto eterogenee e su quei terreni vulcanici con ceneri e lapilli, trovi piante centenarie, altre di 40-50 anni e poi delle nuove sfide, quali vitigni "minori" come olivella, aglianichella e marsigliese. Falanghina e piedirosso la fanno comunque da padrone.
Idee chiare, personalità e decisa impronta territoriale si leggono anche nei vini aziendali, di cui abbiamo assaggiato questo Marsiliano, annata 2007, da uve marsigliese (60%), piedirosso e olivella (parimenti al 20 %).
Rosso porpora vivace e luminoso. Al naso sensazioni balsamiche e di macchia mediterranea, si accompagnano a piccoli frutti rossi (ciliegie) e fiori di geranio. Di buona struttura, mineralità e ricchezza estrattiva, ma anche fine eleganza e tannini levigati. Potente e glicerico, grande potenziale evolutivo. 
Sembra nell'immediato un vino di facile lettura, per poi stupirti di inaspettata complessità.
Dodici mesi in botti di primo, secondo e terzo passaggio. 


martedì 4 dicembre 2012

Berebene 2013 Gambero Rosso


Venerdì sera presso il quartier generale del Gambero Rosso a Roma e' stata presentata l'edizione 2013 della guida Berebene che raccoglie proposte "enoiche" interessanti sotto i 10 euro. A corollario della presentazione si è tenuta anche una interessante degustazione in cui operatori specializzati e non hanno avuto l'opportunità di assaggiare una degna rappresentanza dei vini in guida. Ecco alcune  "pillole" utili per fissare il ricordo lasciato da questi vini:
  • Roero Arneis 2011 Fabrizio Battaglino - Robusta struttura per essere un bianco condita da un frutto carnoso e pieno.
  • Moscato d'asti Su Reimond 2011 Bera - Naso varietale e una rinfrescante acidità.
  • Dogliani Gombe 2011 La Fusina - Solo acciaio, naso balsamico e pepato, mantiene un tannino fresco e succoso.
  • Dolcetto d'Alba Piano delli Perdoni 2011 - Vino quadrato, potente, dal tannino elegante e ottimo potenziale evolutivo.
  • Barbera d'Asti Superiore Rocca Nivo 2010 Scrimaglio - Rustica e raffinata al tempo stesso, mostra i muscoli ma anche un setoso tannino.
  • Kerner 2011 Pravis- Mostra classe ma anche potenza e struttura. Naso sapido e delicatamente floreale.
  • Lagrein Grieser 2011 Cantina di Bolzano - Delicati e freschi sentori di frutti di bosco allietano il naso e il palato.
  • Lagrein 2011 Muri Gries - Prototipo del lagrein, speziato ma dolce, fruttato e floreale, quando lo bevi sembra di sentire tutti i profumi e i sapori altoatesini.
  • Pinot Bianco  2011 Erste+Neue - Signorile, elegante, quasi vellutato ma anche tanta tanta mineralita che da brio...
  • Valpolicella 2010 Fontana del Fongo Luciano Arduini - Bevibilita' e' la parola chiave per questo vino, sincero e schietto.
  • Lambrusco Emilia Vivante 2011 Albinea Canali - Vivace nei profumi e nel sapore, mostra anche una discreta struttura, cosa non comune nelle interpretazioni di questo vitigno.
  • Verdicchio di Matelica Vigna Belisario 2011 Belisario - Grande interpretazione del vitigno, esplode al naso con sentori agrumati e di fiori di arancio che ritornano al palato. Invecchierà alla grande.
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Cuprese 2011 Colonnara - Non ha la stessa potenza e mineralita' del precedente ma resta signorile e affilato come una lama.
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Pievalta 2011 Pievalta - Da produzione biologica una didattica versione di verdicchio fine e delicata.
  • Rosso Conero 2010 Piantate Lunghe - Solo uve montepulciano e vigne vecchie danno grinta, mordente e una raffinata struttura a questi vino.
  • Lacrima di Morro d'Alba 2011 Podere Santa Lucia - Sentori eleganti di rosa dominano il naso, freschezza e mineralita' la bocca. Piacevole scoperta.
  • Torgiano Rosso Rubesco 2009 Lungarotti - Non lo scopro io questo vino, ma rappresenta sempre una conferma anche nella felice e rotonda espressione del millesimo.
  • Umbria Rosso 2010 Le Cimate - Ben fatto, da uve sangiovese e merlot che si sposano bene e con la giusta maturazione.
  • Graneta 2010 Pier Giorgio Falvo - Magliocco in purezza, carattere deciso nascosto da un velo di sentori gentili di rosa e ciliegia.
  • Ciro' Rosso 2011 Librandi - Colore scarico, ma tannino nobile e sentori balsamici, speziati e marini rendono questo vino degno rappresentante della terra di Calabria.
  • Barbazzale Rosso 2011 Cottanera - Zolfosa mineralita' e note di macchia mediterranea esprimono in questo vino itutta la forza di questa terra isolana.
  • Duca di Castelmonte Gibele' 2011 Carlo Pellegrino - Lo zibibbo dona note mielose, di fiori di arancia e albicocca direi quasi "orientaleggianti".

martedì 27 novembre 2012

Sparkle 2013 - Roma, 1 dicembre 2012


Grand Hotel Excelsior di Roma
Via Vittorio Veneto,125
Dalle ore 16.30 alle ore 22.30

La guida, che ogni anno la rivista Cucina & Vini dedica alle bollicine italiane, è una delle pubblicazioni più attese tra quelle di settore. Un prezioso vademecum per appassionati e winelover che, soprattutto in vista delle festività natalizie, sapranno muoversi nel variegato mondo del vino spumante secco italiano.

“Il vino spumante italiano continua a riscuotere successo presso il pubblico italiano e straniero – dichiara Francesco D’Agostino, Direttore di Cucina & Vini e curatore di Sparkle Bere Spumante –, risentendo molto meno di altre tipologie della generale riduzione dei consumi. In un contesto del genere una guida diventa uno strumento sempre più utile per discernere tra prodotti di qualità e non”.

Dopo il grande successo della scorsa edizione, che ha visto la partecipazione di oltre 3.500 appassionati che hanno potuto degustare il meglio dell’arte spumantistica italiana, Sparkle 2013 si propone come uno degli eventi più attesi della Capitale.
Antica Fratta, Astoria, Balter, Bortolomiol, Cavit, Carpené Malvolti, Ferghettina, Ferrari, Guido Berlucchi, Masottina, Tenuta Mazzolino, Zardetto, sono solo alcune delle aziende già accreditate all’evento, molte altre faranno parte della nutrita schiera che attirerà gli appassionati della Capitale.
“Le Bollicine italiane – sottolinea D’Agostino – hanno incrementato la loro qualità in modo deciso, sono tante, infatti, le denominazioni interessanti e degne di nota, tutte espressioni di territorio. Sparkle Day sarà la grande occasione per il pubblico romano di assaggiare la vasta gamma dell’eccellenza spumantistica italiana”.

Sabato 1 dicembre i tanti appassionati e i lettori di Cucina & Vini potranno degustare ottimi calici di bollicine, sfogliando le pagine della guida Sparkle Bere Spumante 2013.


Info: Cucina & Vini

Tel 06.98.87.25.84
Biglietto ingresso: 10 € 

mercoledì 21 novembre 2012

Bianchirpinia 2012 - Degustazione Fiano


L'evento dedicato ai grandi bianchi della provincia di Avellino, promosso e gestito in modo impeccabile dall'agenzia di comunicazione integrata Miriade & Partners, ha presentato agli "addetti ai lavori" le ultime annate di Fiano di Avellino e Greco di Tufo Docg. Quarantuno cantine irpine hanno occupato la scena nei saloni dell'Hotel La Locandina ad Aiello sul Sabato, creando le condizioni per un tasting ideale.
Per impegni personali sono ahimè riuscito a partecipare solo alla sessione dedicata al Fiano. Ecco alcune impressioni in merito ai vini presenti in degustazione. Innanzitutto, per quanto riguarda l'annata, la 2011 pur essendosi presentata come un annata abbastanza calda, non sembra aver intaccato la freschezza gustativa e la straordinaria mineralità di questi vini. 
Inoltre, in degustazione c'erano anche alcune 2010, e qui risulta evidente il potenziale evolutivo del Fiano, che nel tempo acquisisce sentori "tipici" di nocciola, mandorla e piccola pasticceria molto chiari e definiti. 

I vini

Fiano di Avellino Vigna della Congregazione - Villa Diamante (89)
Naso emozionante, complesso, ti invita a una continua scoperta...rimanda a profumi che spaziano dai fiori di zagara, alla pesca gialla, al tostato. Finale già lunghissimo. Grande classe ed eleganza.

Fiano di Avellino Particella 928 2011 - Cantina del Barone (88)
Potenza, alcol e struttura. Emergono al naso note principalmente tostate e mandorlate piuttosto "selvatiche", ma secondo me molto intriganti, che ritornano al palato e chiudono il finale. Grasso e materico.

Fiano di Avellino 2011 - Ciro Picariello (87)
Mineralità sulfurea e grande acidità dominano nei Fiano del buon Ciro, e anche questa annata ne rappresenta una conferma. Secondo me ancora un pò chiuso ma lascia intravedere grandi potenzialità. Fiano "di montagna".

Fiano di Avellino 2010 - Urciuolo (86+)
Rimarca appieno tutta la tipicità evolutiva del vitigno con timbri minerali (anche idrocarburi) e tostati alla grande. In bocca resta una marcata e diretta freschezza "agrumata". Ricco e avvolgente.

Fiano di Avellino 2011 - Colli di Lapio (86+)
La prima cosa che sovviene al naso è una intrigante mineralità "zolfosa" unita a delicati sentori floreali di ginestra e note nocciolate/mandorlate. In bocca resta "dolce" ma ancora fresco e potente. Un "classico" che si conferma.

Fiano di Avellino 2011 - Sella delle Spine (86+)
Una interpretazione "diversa" di Fiano dagli intensi sentori agrumati ed esotici, accompagnati da una gradevole vena speziata e note tostate, di piccola pasticceria e biscotto. Direi ammaliante.

Fiano di Avellino 2010 - Rocca del Principe (86)
Grande bevibilità per questo Fiano che gioca su una sferzante acidità, delicate note "gliceriche" e una fine e persistente mineralità che allinea tutte le varie componenti gustative. Un Fiano "for dummies". 

Fiano di Avellino Sarno 1860 2011 - Tenuta Sarno 1860 (86)
Giallo oro antico. Materico, possente, mostra interessanti ricordi di ginestra, nocciola, e alla lunga emerge anche una nota "biscottata". Interessante.

Fiano di Avellino Donatus 2011 - Di Marzo (86)
Gioca su note più floreali e fresche degli altri. Sorso comunque abbastanza potente, mantiene la tipicità del fiano. Giovane ma deciso.

Fiano di Avellino 2011 - Tenuta Ponte (86)
Interpretazione tradizionale, naso che esprime una evoluzione verso sfumature tostate e affumicate già in atto. In bocca cambia completamente registro, permanendo una giovanile e fresca acidità accompagnata da una presenza signorile. Signori si nasce!

Fiano di Avellino 2010 - Salvatore Molettieri (85+)
Apre su note sulfuree, poi emergono fini sentori tostati. Acidità bilanciata da un sorso pieno, corposo, potente. Sorpresa!

Fiano di Avellino 2011 - Pietracupa (85)
Naso verticale e fine. A parte qualche nota tostata e di pasticceria, l'ho trovato però ancora un pò chiuso e scomposto. In bocca è caldo, intenso, elegante e di buona freschezza. Da rivedere  dopo un pò di bottiglia...

Fiano di Avellino 2011 - Donnachiara (85)
Ottima nota tostata e ricordi di timo e bergamotto, complessità ancora in divenire. Grande potenza alcolica non equilibrata però da adeguata freschezza gustativa. Incompiuto?

Fiano di Avellino Alimata 2011 - Villa Raiano (85)
Giallo paglierino pallido, viaggia su fresche e giovanili note di frutta agrumata. Affilato ma gentile in bocca, ha un buon equilibrio tra freschezza e mineralità. Easy.

Fiano di Avellino Vino della Stella 2009 - Joaquin (85)
Stile che gioca molto sulla potenza alcolica e che tende a coprire i sentori tipici del vitigno. Gradevole finale ammandorlato. Teso e severo.

Fiano di Avellino Selezione 2010 - Michele Contrada (85)
Naso tipico, riflette l'annata senza spiccare per complessità. Sorso semplice dove emerge una buona freschezza agrumata.

Fiano di Avellino Pendino 2011 - Colli di Castelfranci (85-)
Agrumato, sottile, pungente, mostra notevole struttura corredata da tanta sapida mineralità.

Fiano di Avellino 2010 - Di Prisco (85-)
Ancora un pò timido e verticale, ha bisogno di tempo per acquisire complessità. Buona la freschezza e un accenno di mineralità che non si percepisce all'olfattiva. C'è qualità.

Fiano di Avellino Pietracalda 2011 - Feudi S. Gregorio (85-)
Interpretazione "commerciale" ma onesta, si apre su delicati e lievi sentori tostati e floreali. Molto meglio in bocca, dove gioca molto su una succosa sapidità e freschezza. Già pronto.

Fiano di Avellino 2010 - Vigne Guadagno (84+)
Giallo paglierino scarico. Fine e verticale, ma con una mineralità quasi "salmastra" che  ne compensa ed equilibra la struttura. 

Fiano di Avellino 2011 - D'Antiche Terre (84)
Semplice e piuttosto verticale nei suoi sentori floreali e di nocciola. Sorso caldo che copre   una componente fresco/minerale ancora scomposta e in divenire. 

Fiano di Avellino Terre del Principato 2011 - La Marca (83)
Molto caratteristica la nota tostato-mandorlata che sfuma verso sfumature vanigliate. Sottile, spicca in agrumata freschezza.

giovedì 15 novembre 2012

Yes, We Conero - ONAV Milano 19 novembre


“YES, WE CONERO” ARRIVA A MILANO CON ONAV LOMBARDIA

Il 19 novembre si potrà apprezzare il Montepulciano nella sua potenza, longevità ed eleganza. Intanto a Brescia e Bergamo sono in arrivo nuovi corsi.
Continua il ricco calendario di eventi di Onav Lombardia. Il 19 novembre sarà la volta di “Yes, We Conero”. Questa serata, organizzata da Onav Lombardia, farà conoscere l'associazione che riunisce piccoli produttori marchigiani di Rosso Conero, che hanno saputo caratterizzarsi per la qualità e la tipicità dei loro vini prodotti in prossimità del Monte Conero, nelle Marche. Questo appuntamento si terrà, dalle 19.00 alle 21.30, nello showroom JVstore di Jannelli&Volpi, in via Melzo 7 a Milano e sarà l’occasione per apprezzare il Montepulciano nella sua potenza, longevità ed eleganza.
Il contributo di partecipazione al banco d’assaggio è fissato in 10 euro per i soci, 15 euro per i non soci. L'evento è aperto a tutti.
Ecco le aziende che saranno presenti:

ORIANO MERCANTE
MORODER
PIANTATE LUNGHE
LE TERRAZZE
AZ. ACCIPICCHIA
MARCHETTI
AZ.LANARI
SERENELLI
AZ.STROLOGO SILVANO
AZ.LUCESOLE
TENMENTI SPINSANTI
AZ. MALACCARI

Per informazioni e prenotazioni contattare:
ONAV - Sezione Regionale Lombardia
Delegato: Simonetta Carminati
Vito Intini - Tel. 335.8149320
lombardia@onav.it

venerdì 19 ottobre 2012

Prosecco Superiore Docg "Degustazioni Romane" - 27 ottobre, Roma (Palazzo Rospigliosi)


Con “Degustazioni Romane” il Prosecco Superiore Docg approda nella città eterna. Il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg organizza una degustazione unica di 100 etichette. 
Sarà una settimana romana interamente dedicata al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, area storica di produzione del Prosecco. 
Dal 20 al 27 ottobre le enoteche del gruppo Arte dei Vinattieri ospiteranno una selezione di alcune delle principali aziende di questa importante realtà vitivinicola, situata nell’area collinare della provincia di Treviso, a soli 50 km da Venezia.
Il tutto per arrivare a sabato 27 ottobre quando le belle sale di Palazzo Rospigliosi (Roma, Via XXIV Maggio 43, ore 17.00/22.00, costo ingresso 5€) saranno teatro di una grande degustazione pubblica che permetterà agli appassionati capitolini di approfondire la propria conoscenza sui vini di questo territorio, attraverso i racconti di chi lo produce e le degustazioni guidate di grandi esperti del settore.
Nelle Enoteche di arte dei Vinattieri è possibile, dal 20 al 27 ottobre, ritirare biglietti ingresso gratuiti.
PROGRAMMA DI SABATO 27 OTTOBRE
Ore 17.00 - 22.00
Degustazione libera in banchi d’assaggio: 100 etichette raccontate da chi le produce.
Incontri guidati su prenotazioneOre 17.30 Sala della Marina 1:
Conegliano Valdobbiadene: dove il Prosecco è Superiore.
Ore 19.00 Sala del ratto di Proserpina:
Conegliano Valdobbiadene: dove il Prosecco è Superiore.
Ore 17.00 - 22.00 orario continuato
Conoscere meglio il Conegliano Valdobbiadene: mini corsi di approfondimento a cura del Consorzio di Tutela.
Per partecipare rivolgersi al desk prenotazioni.
Per informazioni e prenotazioni agli incontri guidati:
Mg Logos - Tel 06.45491984 - E-mail: info@mglogos.it
Queste le aziende partecipanti:
Adami - Andreola - Astoria - Biancavigna - Bortolin Fratelli - Bortolomiol - Arpenè Malvolti  Col Vetoraz - Conte Collalto - Distilleria Bottega - Domus Picta - Furlan - Gregoletto - La Farra - La Tordera - Le Colture - Malibran - Masottina - Merotto - Mongarda  Nani Rizzi - Valdo - Villa Sandi

martedì 9 ottobre 2012

Skywine - Ala (TN), 12-14 ottobre


Sky Wine 2012 è l’evento dedicato al mondo della viticoltura e dei vini trentini, per valorizzare e promuovere le eccellenze di un territorio ricco di contrasti, che sta facendo parlare di sé in Italia e nel mondo. Il vino trentino è in crescita e ha voglia di farsi conoscere. 
L'evento si terrà ad Ala (TN) nei nei giorni 12-13-14 ottobre. Saranno tre giorni di eventi e degustazioni di qualità, e una mostra-mercato dove sarà possibile acquistare i vini direttamente dal produttore al prezzo di cantina.
Ma anche tre giorni di musica, dibattiti e workshop su temi di attualità che spazieranno dalle tecniche produttive alla presenza sul mercato, passando attraverso l'identità trentina, le aree di resistenza enologica, i nuovi mezzi di comunicazione (social network).
La partecipazione agli eventi e alle degustazioni è libera e gratuita.
Per maggiori info e per il programma completo e aggiornato vai su Skywine.

martedì 25 settembre 2012

Terenzuola, tra Liguria e Toscana


"Quando sali verso le dolci colline dell'entroterra abbandonando la riviera ligure con i suoi borghi marinari e le sue coste frastagliate, insieme ai panorami mozzafiato, cominci a percepire sempre più forte il richiamo di una cultura contadina, fatta di sforzi, passione, attaccamento alla terra e un fortissimo legame con il territorio. Solo allora capisci scelte di vita come quelle di Ivan Giuliani, che si aggiunge ai molti altri "eroi" che hanno deciso di dedicare la propria vita a progetti come questo, e che è forse nelle radici e nella cultura di tutti noi che abitiamo questo splendido Paese."

Luni, storica colonia romana sorta intorno al  II secolo a.C. nei pressi della foce del fiume Magra, da il nome a questa regione,  splendida terra racchiusa tra Appennino, Alpi Apuane e Mar Ligure. La Lunigiana è stata da sempre terra di confine: contesa già ai tempi dei Romani, i quali dovettero affrontare i Liguri-Apuani, antica e fiera popolazione celta, per conquistare questo posto strategico. A partire poi, dalla fine del primo millennio, i vescovi di Luni sul lato ligure ed i Malaspina su quello toscano, lottarono per il predominio su queste terre, che si risolse a favore di questi ultimi. La frammentazione di questa splendida zona continuò anche dopo, con la ripartizione a favore di Firenze, Lucca, Genova e Parma, fino ad arrivare al 1844 con la completa divisione della provincia di Spezia con quella di Massa Carrara.
Fosdinovo è al centro di uno splendido e ampio anfiteatro naturale, che comprende anche i comuni di Castelnuovo Magra e Ortonovo, e che domina quel tratto di riviera ligure compreso tra Lerici, Portovenere e le Cinque Terre. In poco più di 6 km si passa da 50 mt a 450 mt, e la vista che si gode da lassù resta veramente impagabile...
E' in questo contesto che il vulcanico Ivan Giuliani ha preso in gestione l'azienda vinicola di famiglia, i cui 22 ettari di vigneti si trovano all'interno dell'areale di produzione della DOC Colli di Luni, con suoli prevalentemente argillosi a valle (in alcuni punti misti a lignite per via di una vecchia cava presente nella zona in cui sorge la vigna), dove viene coltivato un particolare biotipo di canaiolo nero (localmente chiamato merla) e più in alto, su suoli in prevalenza argillo-scistosi, dove vengono coltivati prevalentemente vermentino bianco e nero. 
A proposito di vermentino, c'è da dire che Ivan sta facendo veramente un bel lavoro, procedendo progressivamente a espiantare il "classico" clone rauscedo, per sostituirlo con altri cloni più "autoctoni" (sardo, corso, ecc) al fine di caratterizzare maggiormente e dare originalità al prodotto.
L'azienda ha inoltre anche un altro vigneto in località Riomaggiore (zona DOC Cinque Terre), dove produce un bianco a base di bosco, albarola e vermentino, e uno Sciacchetrà.
Il concetto di vinificazione è per Terenzuola molto semplice: cercare di portare tutto ciò che è nel grappolo all’interno della bottiglia. Per realizzare questo concetto si minimizza l’utilizzo dei prodotti enologici e viene usata la massima delicatezza durante il processo produttivo. 
Le vigne sono curate praticamente in regime bio (più precisamente lotta integrata) riducendo al minimo i trattamenti e i diradamenti fogliari, con piante meno stressate e una resa migliore. Infatti, nel corso del nostro incontro, Ivan tiene a precisare che le sue viti sono le uniche nella zona che hanno risentito pochissimo di questa calda estate, secondo lui proprio perché meno stressate dai vari trattamenti.
Le uve raggiungono così in modo naturale un perfetto equilibrio fenolico; vendemmie manuali in più passaggi per ogni singola parcella, riempimento della pressa e delle vasche per mezzo di scivoli (la cantina è stata realizzata in modo da sfruttare al massimo la forza di gravità, riducendo l’uso di pompe e coclee), controllo equilibrato delle temperature di fermentazione, uso di lieviti indigeni, sono tutti presupposti per la maturazione ideale  dei vini. 
Per i bianchi, sono previste brevi macerazioni sulle bucce e fermentazione con prolungata sosta sui lieviti per un periodo dai 3 ai 6 mesi a seconda del vino ( 6 mesi per il "Fosso di Corsano").
I vini rossi, ad esclusione del Vermentino nero (che fa acciaio), sono affinati in legno per un periodo di 12-15 mesi; attualmente si usano sia botti grandi da 20 hl, sia barriques di secondo o terzo passaggio, per non caratterizzare il vino con toni legnosi e vanigliati e non rovinare il tannino.
Se necessario il vino viene chiarificato con prodotti naturali e di norma viene imbottigliato senza filtrazione.



I vini
Vermentino Colli di Luni DOC 2011 (86)
Intenso nei profumi fruttati e nella beva, freschezza e sapidità ben ricamate, sembra richiamare negli assaggi lo stupendo mare in cui si tuffano quelle colline. Profondità e finale notevole. Riassaggiato in più giorni ha mantenuto intatte le aspettative.

Vermentino Colli di Luni DOC - Fosso di Corsano 2011 (88+)
Dai vigneti di vermentino (uso di cloni autoctoni) adagiati sulle colline di Fosdinovo a circa 450 mt di altezza, nasce questo cru aziendale. Note floreali di biancospino e una componente  fruttata matura che gioca su pera, pesca e un leggero agrumato, si intrecciano con una salinità ben marcata. In bocca, l'equilibrio è garantito da una acidità ben centrata e un residuo zuccherino che dona al vino la giusta morbidezza. Vino di grande finezza, mantiene una composta eleganza nel finale.

Toscana Igt - Vermentino Nero 2011 (86+)
Rubino purpureo, scarico nel colore, esprime profumi delicati di rosa, amarena e frutti di bosco. Decisamente "pinotteggiante", di buona struttura, ha un attacco leggermente tannico, ma resta comunque intenso e rinfrescante nel sorso.

Cinque Terre bianco DOC Giuliani & Pasini 2010 (87)
Nato da un progetto portato avanti con Evasio Pasini, proprietario di vigne in Riomaggiore (Cinque Terre) e dintorni, questo vino è una vera e propria esplosione di profumi al naso: ginestra, macchia mediterranea, balsamico e marino. In bocca esprime maggiore potenza alcolica e meno freschezza degli altri vini aziendali. 



lunedì 17 settembre 2012

BianchIrpinia, 15-18 Novembre 2012

Dopo il rilancio di Taurasi Vendemmia, il calendario delle rassegne vinicole italiane saluta il ripristino di un evento interamente dedicato ai più importanti vini bianchi della provincia di Avellino.Ad oltre un lustro dall’ultima edizione, celebrata all’interno della rassegna enogastronomica “Terra Mia” di Atripalda (Avellino), ritorna infatti BianchIrpinia, la manifestazione promossa dall’agenzia di comunicazione integrata Miriade & Partners S.r.l. insieme alle aziende partecipanti per presentare a stampa specializzata nazionale ed internazionale e agli operatori di tutta Italia le nuove annate di Fiano di Avellino e Greco di Tufo Docg. 
L’evento si terrà in Irpinia (location in via di definizione) da giovedì 15 a domenica 18 Novembre 2012.
BianchIrpinia 2012 si focalizza principalmente sulla vendemmia 2011 di Greco di Tufo e Fiano di Avellino, ma le aziende partecipanti potranno proporre in degustazione anche i loro cru e selezioni di altre annate che si avvalgono di affinamenti prolungati, senza trascurare la possibilità di assaggiare gli altri bianchi irpini, dall’ Irpinia Coda di Volpe all’Irpinia Falanghina, passando per l’Irpinia Bianco e il Greco Musc’. 
BianchIrpinia 2012 è una rassegna a numero chiuso riservata a giornalisti, comunicatori enogastronomici, operatori ho.re.ca. e consumatori-appassionati consapevoli, alla quale si potrà partecipare esclusivamente su invito, previa prenotazione e conferma. L’obiettivo principale è quello di coinvolgere un pubblico qualificato, in grado di fare da cassa di risonanza in termini commerciali e di comunicazione, consentendogli di assaggiare le ultime annate nelle migliori condizioni possibili, da un punto di vista ambientale, temporale e di servizio. 
Come sperimentato nelle ultime edizioni di Taurasi Vendemmia, non saranno previsti banchi d’assaggio con somministrazione da parte delle aziende: tutti i giornalisti e gli operatori che parteciperanno alla rassegna, infatti, avranno a disposizione una postazione dove assaggiare seduti e con calma i vini in degustazione in due ampie sessioni di assaggio. 
Il tasting di BianchIrpinia 2012 sarà arricchito con la predisposizione del Salotto Irpinia: parallelamente allo svolgimento delle due sessioni tecniche, infatti, verrà allestita una sala dedicata a cui avranno libero accesso le aziende partecipanti alla rassegna. In questo spazio sarà possibile testare tutti i vini proposti in degustazione dalle altre aziende e allo stesso tempo incontrare i giornalisti e gli operatori che intendono confrontarsi con gli artefici dei vini assaggiati nella sala tecnica e ricevere ulteriori informazioni e dettagli in proposito, offrendo allo stesso tempo feedback sulle impressioni ricavate dal tasting. 
Si confermano anche le sezioni serali, con i giornalisti che avranno la possibilità di effettuare delle visite presso le aziende partecipanti alla rassegna che avranno espresso disponibilità ad accoglierli. 
Per ulteriori info:

MIRIADE & PARTNERS SRL
Diana Cataldo – tel. 329.9606793
Massimo Iannaccone – tel. 392.9866587
Sito internet: www.bianchirpinia.it  

martedì 4 settembre 2012

"Femmena" falanghina igt 2011 - Telaro

Questa è la storia di una Campania vinicola fuori dai classici schemi ed itinerari. Siamo nell'Alto Casertano, ai confini con il Lazio, in piena "Terra di Lavoro" di pasoliniana memoria....in effetti, girando tra i tornanti di queste valli, tra brulle radure e boschi di castagno,  e osservando i volti, i modi spicci e diretti di questa gente, non puoi non restare affascinato da queste terre intrise di "fatica" e cultura contadina.
Alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, nel comune di Galluccio, i fratelli Telaro sono ormai una realtà consolidata nella zona. L'azienda possiede circa 85 ettari di vigneti, di cui 35 certificati bio. Qui l'aglianico raggiunge una notevole eccellenza; basti anche pensare che sull'altro versante del vulcano, Galardi, altra splendida realtà  locale, produce il superpremiato "Terra di Lavoro" a base appunto di aglianico e piedirosso. 
Arrivati presso la cantina aziendale, l'ampiezza dell'anfiteatro di vigneti che ci troviamo di fronte cattura l'attenzione anche del più distratto visitatore. Terreno vulcanico ricco di potassio, buona ventilazione e una forte escursione termica con estati calde e inverni freddi garantisce un ottima maturazione fenolica delle uve. 
Da un recente progetto aziendale portato avanti con Paolo Bernabei nasce questa falanghina: si è voluto chiamarla "Femmena" per comunicare l'immagine di un vino unico e suadente "ispirato alla nostra regione", sfruttando anche l'utilizzo di un packaging accattivante. Grazie a basse rese per ettaro si è riusciti a dare a questo vino un impronta "succosa", con profumi che partendo da note sulfuree e si aprono verso il tipico varietale fruttato della falanghina (agrumi, pesca e melone). Al sorso ha un attacco dolce e suadente, ammaliante, per poi virare verso una vivace freschezza gustativa e un ritorno di mineralità che rinnova l'invita alla beva. Chiude il finale su note mielose.

Azienda F.lli Telaro
Contrada Calabritto - Galluccio (CE)
info@vinitelaro.it

venerdì 31 agosto 2012

Erbaluce, sempre più qualità....vendemmia 2012 a cinque stelle!


E’ un momento d’oro quello vissuto dall’Erbaluce di Caluso. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto del 60% l’imbottigliato a dimostrazione che, sempre più, Erbaluce di Caluso è sinonimo di vino di qualità. Oggi la produzione della denominazione si attesta su 1.300.000 bottiglie.  Il dato è ancor più interessante se si considera che la superficie a vigneto è aumentata solo del 5%, il che significa che molto del vino che prima veniva venduto sfuso è ora prodotto come vino di qualità.  Merito dei produttori, che hanno resistito al fascino delle mode puntando sul proprio autoctono, oggi sempre più riconosciuto dal mercato.
Una scelta che ha ripagato nel tempo e che, con la vendemmia 2012, porterà ulteriori soddisfazioni. Secondo il Consorzio di tutela dei vini doc di Caluso Canavese e Carema, infatti, si tratterà di un’ottima annata. La quantità subirà una flessione del 20% rispetto alla media, a causa di un normale andamento dominante della natura che stabilisce le produzioni annuali. Le uve però si presentano perfettamente sane. Non vi sono stati, infatti, eventi meteorici eccezionali, né attacchi di  malattie fungine (peronospera, oidio) e di parassiti. Le grandinate sono state quasi assenti e hanno colpito esclusivamente una piccola superficie tra Orio e Montalenghe. E secondo il principio che vede inversamente proporzionali qualità e quantità, la prima sarà davvero eccezionale, con ottimo corredo zuccherino e acidico. Anche il grande caldo non ha creato particolari problemi perché nel territorio non vi sono stati particolari complicazioni legate alla siccità.
Si inizierà con la raccolta delle uve destinate alla produzione del passito e dello spumante,  cui seguirà alla metà del mese la vendemmia di quelle destinate a diventare bianco fermo.  

lunedì 27 agosto 2012

Vinestate 2012 - Torrecuso (BN), 31 agosto - 2 settembre

Definito il programma della tre giorni dedicata ai vini del Taburno, arrivata alla  XXXVIII edizione:
Ad aprire la kermesse nella giornata del 31 agosto, alle 18.30, la cerimonia del taglio del nastro a cui seguirà l'aperitivo con l'Aglianico del Taburno Docg Rosato che si consumerà nell'angolo de 'Il salotto di VinEstate', uno spazio incontro con produttori e operatori che sarà allestito in piazza Fusco. In questo spazio i sommelier dell'Ais cureranno  durante le tre serate le degustazioni delle etichette Aglianico del Taburno Docg Rosato prodotte dalle aziende aderenti all'Associazione Aglianico del Taburno.  
Di particolare interesse si preannunciano le degustazioni che si consumeranno nella cornice di palazzo Cito-Caracciolo. Venerdì 31 agosto, alle 19.00, sarà l'Associazione Italiana Sommelier a curare l'appuntamento 'Aglianico del Taburno: con l'età non si invecchia'. Sabato 1 settembre, stesso luogo e stessa ora, la degustazione curata da Slow Wine 'La falanghina 2010: beviamola senza fretta'. Infine domenica 2, sempre alle 19.00 nel palazzo Cito-Caracciolo, l'appuntamento curato da Paolo De Cristofaro e dedicato a 'Il rosato con la fascetta'. A queste tre degustazioni si aggiunge l'appuntamento in programma durante la prima serata della kermesse, alle 21.00 nel Palazzo Cito-Caracciolo, curato dalle condotte Slow Food del Taburno, dell'Ufita Taurasi e del Vulture dal titolo 'MondAglianico e formaggi di altura. Aglianici a confronto. Declinazioni dello stesso vitigno e formaggi dell’appennino Campano-Lucano'. Alle degustazioni, che sono tutte gratuite, possono partecipare un massimo di 25 persone. Per le prenotazioni: info@vinestate.it – 0824.889719 - 393.9082800. 
Dal punto di vista tecnico spicca il convegno sul tema 'Qualità e tutela, la falanghina con la fascetta', in programma domenica 2, alle 10.30, nella sala  Fratelli Mazzella del palazzo Cito-Caracciolo. Il convegno si aprirà con i saluti di: Giovanni Cutillo, sindaco di Torrecuso – Patrizia Iannella, presidente Associazione Aglianico del Taburno – Libero Rillo, presidente Samnium Consorzio Tutela Vini. A seguire gli interventi di: Mario Grasso, presidente del Gal Taburno - Michele Manzo, presidente Ismecert – Francesco Massaro, coordinatore Settore Agricoltura della Regione Campania - Giuseppe Serino, capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. A moderare sarà Luciano Pignataro, giornalista-scrittore enogastronomico. 
Nella serata di sabato, alle 21.00, in piazzetta Sant'Erasmo si svolgerà invece il talk show sul tema 'Agricoltura e paesaggio: difendiamo la Sau', un momento che vedrà diversi rappresentanti del mondo politico a confronto sul fenomeno della rilevante diminuzione della Superficie Agraria Utilizzata, con il Bel Paese che in dieci anni ha assistito alla perdita del 2,5% dei terreni dedicati all'agricoltura. 
Protagonisti della kermesse torrecusana saranno come sempre i vini delle aziende dell'areale del Taburno, che si potranno degustare nel corso delle tre serate presso gli stand curati dai produttori e che saranno dislocati nel cuore del centro storico. Oltre alle vetrine dedicate alle cantine ci sarà lo 'Spazio Slow Food', che ospiterà le Comunità del Cibo Slow Food di Torrecuso e Castelfranco in Miscano e lo 'Spazio MondAglianico', con il banco di assaggio di una selezione di etichette di Aglianico del Taburno, Aglianico del Vulture e Taurasi.   Non mancheranno, infine, spazi dedicati alla gastronomia ed ai prodotti tipici del Taburno. 
Tra gli eventi collaterali il programma propone momenti musicali e di intrattenimento, mentre si potrà visitare anche lo spazio culturale 'Lo Spirito dei Luoghi' con le installazioni fotografiche dell'artista Errico Baldini che saranno allestite in piazza Mellusi. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al Comune di Torrecuso:  www.comune.torrecuso.bn.it oltre a consultare il sito web della manifestazionewww.vinestate.it.

lunedì 6 agosto 2012

Falanghina Report

Si narra che la vite sia entrata in Italia dal porto di Cuma, antica colonia fondata nel 700 a.c. ai piedi dei Campi Flegrei. I greci avevano l’abitudine di coltivare la vite lasciandola strisciare per terra, ma in Italia questo tipo di allevamento faceva ammuffire l’uva, quindi i coloni furono costretti a cercare un’alternativa. Fu così che i primi viticoltori capirono che sollevando la vite da terra e ancorandola a pali di legno, in latino phalangae, si evitava l’insorgere di problemi di botrite. Da questi sostegni nacque il Vinum Album Phalanginum, progenitore della nostra Falanghina
"Fiorisce ai principi di giugno, presto sfiora e manda via la corolla. Grappolo di mezzana grandezza, allungato, poco ramoso, raro. Bacca quasi rotonda, picciola, di un bel gialletto, ed a perfetta maturità più si colora; sugosa, molto dolce. Molto e costantemente fruttifero. Fa buon vino". Così Vincenzo Semmola, storico di ampelografia descriveva verso la metà dell'800, affascinato, le varietà di falanghina. 
Vitigno di antica tradizione, diffuso principalmente in Campania, dal Garigliano a Sapri, dove, nel tempo si é perfettamente adattato al suolo e al clima. Non ha particolari esigenze colturali, con rese che in alcuni casi arrivano addirittura attorno ai 120 q.li/ettaro. Dominatore incontrastato nelle carte dei vini dei ristoratori campani, e' nell'immaginario collettivo considerato vino "easy" e da consumare subito. Negli ultimi anni però molti produttori stanno avviando un processo di riscoperta qualitativa di questo vitigno, sia attraverso una forte riduzione delle rese, sia con coraggiose sperimentazioni, e alterni risultati, in versione passita, spumantizzata e affinata in legno. Il risultato che emerge è quello di un vitigno versatile che abbina alla facilità di beva una freschezza gustativa che ne fanno il compagno perfetto dei piatti tipici della cucina napoletana; ma anche un vitigno le cui capacita' di invecchiamento sono, viste le attuali sperimentazioni, sorprendenti e tutte da scoprire. Si vanno quindi abbandonando i vecchi stereotipi di vino blando, verde e acerbo, per andare verso una riscoperta di un quadro aromatico di tutto rispetto, che spazia da un fruttato (ananas, mela verde, banana, pesca), a un lieve floreale (ginestra e fiori di campo, in alcuni casi anche macchia mediterranea) per finire su note balsamiche nelle migliori interpretazioni. 
I principali areali di riferimento nella regione ruotano sostanziamente intorno a tre macro-aree di produzione: 
a) quella "beneventana", che ha le espressioni migliori nella parte occidentale del Sannio beneventano, tra il massiccio del Matese e del Taburno, la zona più densamente vitata della provincia con 5.000 ettari di vigneti sparsi perlopiù nei territori dei comuni di Solopaca, Castelvenere, Paupisi, Foglianise e Guardia Sanframondi, anche se possiamo spingerci ad affermare che il cru come esposizione e microclima sia nella zona di Torrecuso, alle pendici del monte Taburno. Qui i suoli sono in genere di matrice povera con scheletro argilloso e con prevalenza di marne mista a polvere vulcanica proprio nella zona del Taburno;
b) la falanghina "flegrea" (si parla addirittura di un diverso clone) diffusa soprattutto nell'area a nord-ovest di Napoli nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto flegreo e Marano di Napoli su suoli sciolti e vulcanici, che risentono molto della vicinanza del mare, i quali hanno consentito la preservazione di un patrimonio viticolo unico immune alla fillossera e ancora oggi coltivato su piede franco. Vigne estremamente parcellizzate che portano a vini fatti con uve provenienti da vigne diverse rappresentano forse un limite per lo sviluppo vitivinicolo della zona e la "formazione" di una impronta comune dei vini;
c) la zona dell' "alto casertano", quasi ai confini con il Lazio, nel territorio compreso tra i comuni di Rocca d'Evandro, Galluccio e Sessa Aurunca, che circonda il massiccio calcareo del Monte Massico alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina e si spinge sino alla costa. Luoghi storicamente vocati alla viticoltura, già ai romani erano note queste zone come "ager falernum"....qui i suoli risentono dell'influenza di matrice vulcanica per la vicinanza del vulcano spento di Roccamonfina; più profondi e silicio-sciolti verso il versante sud-ovest (Sessa Aurunca e Cellole), più vulcanici e ricchi di materiale piroplastico nel versante opposto nord-ovest (Galluccio, Rocca d'Evandro, Sessa Aurunca), e infine molto eterogenei nel versante est e sud-est (Roccamonfina, Teano, Pietramelara, Falciano, Carinola), dove si passa da terreni di origine alluvionale e matrice argillosa ad altri ricchi di materiale piroplastico.

I vini
Da questa prima tornata di vini degustati, recensiti e "punteggiati", emerge che il trait d'union tra le varie zone di elezione di questo vitigno sembrerebbe essere la mineralita' che questi terreni di comune matrice vulcanica regalano al vino, il quale si completa e arricchisce, sia esaltando la freschezza e vivacizzando la struttura, sia completando il corredo aromatico. Anche se rimane ancora un pò di omologazione nel gusto, segno forse che i vari produttori cercano in vini diretti e di facile beva la chiave per arrivare direttamente al consumatore, ci sono molti tentativi di interpretazioni originali che, in alcuni casi esaltano le potenzialità del vitigno. In altri casi, l'ultima annata in degustazione (2011) è risultata ancora un pò scomposta e nervosa, con la conseguenza che forse sarebbe meglio lasciarla ancora un pò tranquilla in bottiglia.
Passando alle differenze tra le varie sottozone, nella versione "beneventana" troviamo in media una più importante struttura e una maggiore pulizia e netta distinzione nei profumi, che spaziano in tutta l'ampiezza del varietale tipico; in quella "flegrea", sicuramente più verticale e sottile, emerge invece una maggiore mineralità, tipicamente sulfurea e salina, che in alcuni casi chiude il naso ad altri profumi. Per quanto riguarda infine l'ultima sottozona ("alto casertano"), a mio giudizio credo che seppur si tratti di un territorio dalle straordinarie potenzialità, ci sia bisogno ancora di tempo e impegno da parte dei produttori nel ricercare una propria identita'; per cui per adesso, nonostante un buon livello medio qualitativo raggiunto, non ritroviamo forti caratteristiche distintive. 

Falanghina del Sannio 2011 - Aia dei Colombi (88+)
Guardia Sanframondi (BN)
Lungo i dolci crinali delle colline di questa parte del Sannio Beneventano, dove la valle Telesina scorre stretta tra il massiccio del Matese e il monte Taburno, la famiglia Pascale ha avviato nel 2002 questo progetto, nel segno di una consolidata tradizione contadina. Tutti i suoi vini sono improntati ad esaltare la vocazione di questo territorio: un esempio è questo vino   suadente e accattivante, giusto connubio tra freschezza e mineralità, con un naso molto didattico che rappresenta tutto il varietale tipico della falanghina. Stupisce per potenziale di invecchiamento e tenuta (ho assaggiato da poco un 2008 con ottimi risultati). Grande personalità.

Falanghina del Sannio 2011 "Vandari" - Venditti (83)
Castelvenere (BN)
Nicola Venditti è personaggio straordinario per capacità di raccontare i valori del territorio sannita. La sua falanghina, prodotta con metodi biologici è delicata, anche se rivela la sua struttura e sapidità più al palato che al naso.

Falanghina del Sannio 2011 - Fontanavecchia (86)
Torrecuso (BN)
Rispecchia in pieno le caratteristiche di freschezza e immediatezza che ci si aspetta da una falanghina. Fragranza nei profumi di ananas, pesca e fiori di campo regalano un naso vivace. Azienda in crescita qualitativa in tutti i suoi vini.

Falanghina Taburno "Facetus" 2009 - Fontanavecchia (85)
Torrecuso (BN)
E' la dimostrazione delle potenzialità e della versatilità di questo vitigno. Nove mesi di barrique incidono sulla struttura del vino e ne stemperano la sferzante acidità. Sembra avere l'impronta di un bianco borgognone, anche se la nota amarognola nel finale, segno di una gestione del legno non abbastanza sapiente, guasta un pò.

Falanghina del Sannio 2011 "Siriana" - Torre a Oriente (86)
Torrecuso (BN)
Patrizia Iannella giovane e coraggiosa woman-in-wine ci regala questo vino dalla buona struttura e intensità negli aromi fruttati grazie alla criomacerazione adottata per l'estrazione dei profumi. Interessante soprattutto in prospettiva e con voglia di durare. Mai un accenno di amaro; solo sapida freschezza. 

Falanghina Cesco dell'Eremo 2011 - Cantina del Taburno (86+)
Foglianise (BN)
Riassaggiando annate diverse a distanza di tempo ritrovo un altro esemplare di falanghina degno di sfidare gli anni e addirittura migliorata nella pienezza e rotondità della beva. La fermentazione in legno per 30 gg e la successiva sosta in barrique per ulteriori 4 mesi garantiscono al naso una buona maturità del frutto e in bocca una elegante morbidezza ben equilibrata da una spiccata acidità.

Falanghina del Sannio 2011 - Corte Normanna (84)
Guardia Sanframondi (BN)
Delicate note floreali prevalgono su quelle fruttate. Mantiene comunque un certo equilibrio tra struttura, freschezza e sapidità, nonostante il possente corredo alcolico (circa 14 gradi). L'ho trovata ancora un pò nervosa, da riassaggiare magari fra un pò appena si stabilizza. 

Falanghina Taburno 2011 - Fattoria La Rivolta (85)
Torrecuso (BN)
La famiglia Cotroneo avvia la propria azienda agricola nei primi del '900, nella contrada che fu feudo longobardo e teatro di una memorabile rivolta contadina, per farne in breve tempo una delle più importanti della provincia di Benevento. Qui abbiamo una interpretazione "classica" della falanghina di queste zone. Immediata nei profumi, si individuano subito in modo netto e distinto i descrittori tipici di questo vino (ananas, pesca, mela verde, fiori di campo e ginestra). In bocca è fresca e sincera retta da una spina acida ben centrata e adeguata mineralità, che ne garantiscono una inaspettata longevità a dispetto della gradevole "spontaneità". 

Falanghina del Sannio 2011 - Nifo Sarrapochiello (86)
Ponte (BN)
Lorenzo Nifo è stato collaboratore de "o'professore" Luigi Moio alla Cantina del Taburno. Messosi in proprio, coltiva i principali vitigni autoctoni campani in regime rigorosamente biologico certificato. Su questa falanghina direi che la si può sintetizzare in due parole: eleganza e mineralità. Nei profumi soprattutto la prima, di frutta tropicale e fiori gialli, e al gusto la seconda, esplosiva e salata.

Falanghina del Sannio "Alenta" 2011 - Nifo Sarrapochiello (87+)
Ponte (BN)
Un piccolo gioiello ancora firmato da Lorenzo Nifo, questa falanghina da uve surmature e malolattica fatta in barrique, che donano al vino un frutto più maturo, note di frutta secca e una leggera trama speziata. Ottima struttura, morbido, grasso, avvolgente, importante il corredo alcolico, ma che comunque non copre una vibrante mineralità.

Falanghina S. Agata de Goti 2011 - Mustilli (84)
Sant'Agata de Goti (BN)
Dopo il forte declino che il vitigno ha avuto negli anni '60, si deve dare merito all'ing. Leonardo Mustilli di essere stato tra i primi ad avere riscoperto e imbottigliato in purezza negli anni '70  la falanghina in quel di S.Agata de' Goti. Meritano una visita le straordinarie cantine scavate nel tufo sotto il palazzo di famiglia nel centro storico di S.Agata. Altro esempio di falanghina costruita per piacere subito, pone l'accento su gradevoli profumi agrumati, di pesca e mela,  completati da note ammandorlate, una scattante freschezza gustativa e spiccata mineralità. 

Falanghina del Sannio 2011 - Torre Venere (85 ?)
Castelvenere (BN)
Attacco su note dolci per poi lasciare esplodere la mineralità e la freschezza nella beva. Un pò chiusa nell'espressione del suo varietale, questa annata ha bisogno ancora di un pò di assestamento in bottiglia. Rimandata "a settembre".

Falanghina igt beneventano "Flora" 2011 - I Pentri (86+)
Castelvenere (BN)
I Pentri sono un interessante progetto di viticoltura di qualità che mira alla riscoperta di vitigni autoctoni e al rispetto della natura e delle tradizioni. Cura della vigna, rese molto basse, utilizzo di concimi naturali fanno il resto...una raccolta delle uve mai anticipata e che avviene solo a perfetta maturazione fenolica regala un frutto maturo (pesca gialla, albicocca e melone), lievi sensazioni mielose e un importante dote alcolica, in alcune annate difficile da gestire. Muscolare, corposa, gioca su un registro che va tra il minerale/zolfoso e una morbidezza che definirei "grassosa". 

Falanghina Campi Flegrei 2010 "Agnanum" - Raffaele Moccia (84)
Napoli
Vino di impronta artigianale e non omologabile quello del buon Raffaele, contadino-viticoltore napoletano che coltiva i suoi pochissimi ettari di vigna, alle pendici del cratere degli Astroni, bosco secolare ed oggi riserva del WWF. Un oasi ancora immacolata poco lontano dal caos e dal cemento cittadino napoletano...il giallo dorato connota una maturità del frutto e revoli floreali, in primis ginestra, completano il quadro olfattivo. In bocca ha un ingresso dolce, per poi lasciare il posto a mineralità e freschezza gustativa, anche se a dire il vero l'ho trovato stavolta un pò "moscia" rispetto ad altre annate.


Falanghina Campi Flegrei 2010 - Contrada Salandra (86)
Pozzuoli (NA)
Nato, come tutti i bianchi flegrei, tra il terreno vulcanico e il mare sulle dolci colline tra Cuma e Licola, da vigne a piede franco con un'età compresa tra i 10 e i 30 anni, alterna una mineralità "salina" con note zolfose, di polvere da sparo e marino/salmastre, che si scontra all'ingresso in bocca con una dolcezza fatta soprattutto di percoca gialla, ananas e fiori di zagara. Preciso il finale. Un anno e mezzo prima che venga commercializzato, così come vuole da sempre Peppino Fortunato...

Falanghina Campi Flegrei 2011 - La Sibilla (85)
Bacoli (NA)
Più "verticale" rispetto alle altre, rispecchia i valori tipici della falanghina flegrea, con una mineralità che rende il vino quasi "salato", alcol e verticalità nei profumi, non nettamente distinti come nelle  "versioni" beneventane. Finale ammandorlato.

Falanghina Campi Flegrei 2011 - Grotta del Sole (82)
Quarto (NA)
La famiglia Martusciello è stata tra le prime a impegnarsi nella valorizzazione dei vitigni autoctoni dell'area flegrea e a nord di Napoli, in primis falanghina, piedirosso e asprinio. Però questa falanghina rimane un pò troppo concentrata sull'estrazione dei profumi, sugli aspetti di bevibilità e immediatezza, a discapito di una esaltazione delle tipicità. Da rivedere.

Falanghina Campi Flegrei 2011 "Falangos" - Cantine Astroni (84)
Napoli
Piccola realtà campana nel cuore dei Campi Flegrei, sulle pendici esterne del cratere degli Astroni. Nata dalla volontà della famiglia Varchetta, si dedica alla coltivazione di vitigni autoctoni campani per ottenere vini che siano sempre espressione di territorio. Fra questi segnaliamo questa classica interpretazione di falanghina, dove la netta connotazione minerale, salmastra e zolfosa, tende forse a coprire un po' troppo un fruttato fatto di albicocca e pesca gialla e delicate nuances floreali (camomilla). Sorso sottile e rinfrescante, non lunghissimo, ma con un'acidità ben centrata nel palato.  

Falanghina Campi Flegrei 2011 - Cantine Farro (85)
Bacoli (NA)
Da uve provenienti dai comuni di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, nell'immediata provincia di Napoli, questa falanghina da un lato si apre su note erbaceo-floreali che si riflettono nel colore giallo paglierino piuttosto tenue, per poi partire con uno spiraglio minerale/zolfoso e a seguire un naso molto dolce, con delicate note di frutta (pesca, albicocca, melone verde). Esprime sobrietà e gentilezza e non potenza minerale/acida come nella maggior parte delle versioni flegree. Un po' piu' di decisione nel finale non avrebbe guastato....

Falanghina Roccamonfina igt 2011 Vendemmia Tardiva - Telaro (86+)
Galluccio (CE)
Sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, in località Galluccio, nell'alta Terra di Lavoro di pasoliniana memoria, l'azienda vinicola dei fratelli Telaro è ormai una solida realtà, che coniuga sapienza enologica e rispetto delle tradizioni a un terroir dalle enormi potenzialità ancora non pienamente sfruttate: tutte caratteristiche che ritroviamo in questo vino, di decisa personalità, fatto con stile e sapienza da uve vendemmiate surmature a fine ottobre/inizio novembre. Naso ricco di note calde e dolci di frutta tropicale intrise da una fine mineralità, che proseguono in bocca, con buona corrispondenza gusto-olfattiva. Fatto in blend con un 10-15 % di sauvignon, che sicuramente aiuta nel garantire questo risultato, sarei curioso di valutarlo come falanghina in purezza.

Falanghina Roccamonfina igt 2011 Ripa Bianca - Telaro (85+)
Galluccio (CE)
A differenza della vendemmia tardiva, Ripa Bianca è falanghina in purezza, dalla buona struttura e dote alcolica: le forti escursioni climatiche, con inverni rigidi ed estati assolate, la buona ventilazione, e l'esposizione delle vigne garantiscono un adeguato sviluppo della componente aromatica, che si apre con una piacevole nota ammandorlata, per poi proseguire su toni caldi, ma fragranti, di frutta gialla (pesca bianca, melone). Con queste premesse la durata negli anni e' garantita....

Falanghina Concabianco 2010 igt - Poderi Foglia (84)
Conca della Campania (CE)
Poderi Foglia nasce da un progetto di Alberto Barletta e sua moglie, i quali dopo aver fondato con altri soci l'azienda Vestini Campagnano, hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione di uve che avessero un legame antico con il territorio, a ridosso del vulcano di Roccamonfina, nella zona della doc Galluccio. Acidità agrumosa, note ammandorlate e sulfuree, frutto vivace e leggero floreale caratterizzano questo vino, un pò compassato nella beva e nel finale.

Falanghina di Roccamonfina igt 2011 - Villa Matilde (83)
Cellole (CE)
Questa azienda nasce negli anni '60 con Francesco Paolo Avallone che, spinto dalla passione di far rivivere il mito del vino falerno, ha condotto un lungo lavoro di studio sui cloni originari delle tipologie di uve qui allevate nell’antichità. Oggi a condurre l’azienda di famiglia sono i figli Maria Ida e Salvatore, che portano avanti con intatto amore il progetto paterno, vinificando il "Falerno del Massico" bianco e rosso, utilizzando l'antico uvaggio a base di uve falanghina, aglianico e piedirosso. Nell'ambito della gamma aziendale, abbiamo assaggiato la falanghina che, nonostante utilizzi uve provenienti da vigneti aziendali di Sessa Aurunca e Cellole, fa il verso ai bianchi altoatesini: "verde", dai netti profumi erbacei e floreali, e con una freschezza agrumata da far "ritrarre la lingua". Il tutto comunque supportato da una gradevole mineralità.